NordEst

L’ultimo saluto a Monsignor Egger

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Un lutto, quello per la morte del vescovo di Bolzano-Bressanone mons. Wilhelm Egger, che si trasforma in gioia. Lo ha detto, celebrando i funerali a Bressanone, il patriarca di Venezia, Angelo Scola, davanti ai vescovi del Nordest e a migliaia di fedeli, nonche' a numerose autorita' civili.

La gioia, ha spiegato Scola, di una vita nuova, della resurrezione. ''La morte ha sorpreso il nostro carissimo vescovo ma non l'ha ghermito per sprofondarlo nel nulla. Questo ci insegna quindi la sua testimonianza di fede che aveva messo in conto l'impegno incondizionato, fino alla morte. Adesso – ha sottolineato il patriarca – tocca a noi rispondere, nella comunione con lui ormai passato all'altra riva, con la nostra fede operosa''.

Scola ha ricordato commosso mons. Egger, fra l'altro incontrato durante il soggiorno di Benedetto XVI a Bressanone. ''Era pieno di vita: dopo aver ricevuto il dono del soggiorno di Papa Benedetto comunicava a tutti la sua gioia incontenibile come quella di un bambino.

Abbracciandolo, dopo l'Angelus di domenica 10, ho visto nel suo sguardo intenso riflettersi i sentimenti di tutti voi, del popolo di questa splendida terra. Vi ho letto dignita' e magnanimita', frutti del vigore di una storia ricca, anche se non di rado travagliata, capace di fondere in unita' popoli, tradizioni e culture diversi''. Scola ha invitato a trovare conforto, nonostante il ''turbamento'', nella Lettera ai Romani di San Paolo: ''Se siamo morti con Cristo crediamo che anche vivremo con lui: Colui che risuscitato dai morti piu' non muore ce ne da' la certezza. E' questa la vita di cui sta gia' in un qualche modo partecipando il nostro carissimo vescovo Wilhelm''. Dopo aver sottolineato che ''il nostro amato Vescovo ci ha indicato la strada e la sua morte inattesa ha scavato nel nostro cuore una piaga che ci invita a far nostro quest'oggi il grande paradosso del Vangelo di Giovanni: ''Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conservera' per la vita eterna'', il patriarca si e' posto una serie d'interrogativi: ''Riusciremo, o Signore, a seguirTi in questa impresa, noi che ogni giorno facciamo di tutto per non perderla questa vita'? Riusciremo a dedicarci ai nostri affetti matrimoniali e familiari, a impegnarci nell'educazione dei nostri figli, ad affrontare il lavoro con intenso equilibrio nella luce dell'eterna resurrezione che gia' accoglie il nostro amato Vescovo'? Sapremo mostrare a tutti i nostri fratelli uomini, in ogni ambiente dell'umana esistenza, il volto di donne e uomini convinti per fede che la morte non ha piu' potere su di loro'?''.

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