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Festival dell’Economia di Trento: turismo, centrali idroelettriche e sfide green tra i temi affrontati con i ministri

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Fugatti, Regioni partecipino a percorso decisionale.  Bisesti, cultura e turismo fondamentali per il rilancio. Pnrr: Provincia Trento chiede il coinvolgimento sui progetti

Trento – Pnrr e gettiti arretrati sono stati alcuni de temi affrontati nel corso di un incontro sabato a Trento tra il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, accompagnato dal vicepresidente Mario Tonina. Nel colloquio con il ministro, si è innanzitutto accennato al tema delle grandi centrali idroelettriche, mettendo l’accento sul fatto che la scadenza è oggi al 2023, con la richiesta di allinearla al 2024 quando andranno a gara le altre grandi concessioni in Italia.

Si è parlato anche delle questioni relative alle piccole concessioni, della norma di attuazione sugli orari dei negozi, e delle impugnative relative alla legge sugli appalti. Il presidente Fugatti ha poi sottoposto al ministro Gelmini la questione relativa al Piano nazionale di ripartenza e resilienza che prevede l’impiego sul territorio italiano di circa 200 miliardi di euro provenienti dalla Ue. “Abbiamo chiesto -afferma Fugatti – di poter aver voce in capitolo sui progetti che interesseranno il nostro territorio”.

Il ministro Gelmini ha preso atto della richiesta e ha messo in evidenza come, nella cabina di regia del Pnrr operativa a livello nazionale, la Provincia autonoma, alla stregua di ciò che accadrà per le altre Regioni per i propri progetti, sarà chiamata a interloquire in maniera diretta su quelli che riguardano il Trentino. Il ministero degli Affari regionali, ha sottolineato Gelmini, intende farsi garante del fatto che le Regioni possano di fatto intervenire nel processo decisionale in accordo con lo Stato sugli investimenti del Pnrr che le riguardano.

Il presidente Fugatti ha infine ricordato al ministro Gelmini la partita finanziaria ancora aperta che riguarda i gettiti arretrati che la Provincia autonoma attende dallo Stato, chiarendo che la questione è ormai stata ampiamente dibattuta a livello tecnico. Al ministro è stata prospettata la possibilità, già ribadita in altre occasioni a rappresentanti del governo, di congelare per due anni quanto dovuto dalla Provincia autonoma per risanare i conti pubblici in base al Patto di Garanzia del 2014 e all’Accordo di Milano del 2009.

Il percorso decisionale

“Le Regioni devono essere partecipi del percorso decisionale”. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, intervenendo al Festival dell’Economia, dove ha dialogato con la ministra per i Rapporti regionali Mariastella Gelmini ed il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga.

“Il principio è che i territori che da qui al 2026 dimostreranno di saper spendere le risorse dovranno essere quelli che potranno beneficiare dei soldi non spesi, perché ci saranno sicuramente situazioni in cui non si riuscirà a spenderle tutte. Il problema è riuscire a spenderle e mi darai la quota di risorse di chi non le ha spese. Se una parte va al Mezzogiorno potrei anche essere contrario, perché anche le regioni del Nord hanno avuto difficoltà, ma basta che venga previsto il principio che se non vengono spese le risorse devono essere redistribuite ai territori che le sanno spendere e che sono magari anche stati svantaggiati”, ha aggiunto Fugatti.

 

 


In breve

 


In occasione del 207/o anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri, è stata celebrata la ricorrenza anche a Trento presso la Caserma di via Barbacovi. Una corona d’alloro in onore ai caduti è stata deposta alla presenza del commissario del governo Sandro Lombardi. Per il secondo anno, a causa della pandemia, la cerimonia si è svolta in forma assolutamente ristretta, senza autorità né reparti schierati, “pur mantenendo integre le valenze morali e lo spirito di una tradizione ultra centenaria, proiettata verso la più aderente attualità”, sottolinea una nota. Negli ultimi 12 mesi i reparti dell’Arma in Trentino hanno perseguito circa l’83% dei reati commessi sul territorio, “con un apprezzabile risultato sul piano repressivo, in linea o superiore all’andamento medio nazionale”. L’attività di contrasto è stata diretta su più fronti, dalla lotta alla criminalità organizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla turbativa negli approvvigionamenti per il materiale sanitario durante la pandemia e i reati contro il patrimonio.

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