Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha parlato di un futuro leggermente meno fosco di quello previsto in precedenza
NordEst – Interpellato dalla radio francese Europe 1, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha parlato di un futuro leggermente meno fosco di quello descritto pochi giorni fa, quando si era detto convinto delle frenata della ripresa europea e dei rischi di peggioramento della situazione; in questa occasione, dunque, Draghi ha spiegato che non siamo in recessione: la ripresa è “modesta, debole, fragile e non omogenea ma non è una recessione“.
Contestualmente, secondo il numero uno dell’Eurotower, non ci sarebbe alcun rischio di deflazione. Casomai, l’inflazione potrebbe restare bassa per lungo tempo. Poi, parlando delle misure da assumere per uscire finalmente dalla crisi, ha spiegato che l’unica ricetta ipotizzabile consiste nella lotta alla disoccupazione, “il peggior nemico per l’Europa”, che si alimenta con “un sentimento più ampio di mancanza di fiducia nel futuro”.
In tal senso, l’unica arma che i Paesi dell’euro possono usare per portare l’occupazione a livelli accettabili – ha detto Draghi – resta la lotta alla burocrazia e alle tasse”. L’erogazione del credito, secondo il banchiere centrale, è condizione necessaria ma non sufficiente. “Se in alcuni Paesi per un giovane imprenditore ci vogliono mesi prima di ottenere permessi e autorizzazioni per aprire un nuovo negozio” e se questo si troverà poi “sovraccaricato dalla tassazione”, ha concluso Draghi, “non farà richiesta di credito”.