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Dialetto veneto nelle scuole e nelle tv regionali: proposta della Lega

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Depositata da 18 deputati del gruppo della Lega: due articoli e intervento sulla legge del dicembre 1999 che tutela le minoranze linguistiche storiche

NordEst – Dialetto veneto nelle scuole della Regione, fino dalla materna e la possibilità per l’ente territoriale di “sottoscrivere accordi con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e con le emittenti radiotelevisive locali, anche a tal fine appositamente costituite, per la promozione di trasmissioni giornalistiche e di programmi generali in lingua minoritaria”. E’ quanto prevede una proposta di legge a prima firma di Massimo Bitonci e presentata il 13 ottobre alla Camera.

La proposta di legge depositata da 18 deputati del gruppo della Lega è di due articoli e interviene sulla legge del dicembre 1999 che tutela le minoranze linguistiche storiche. Il testo – secondo quanto viene spiegato nella relazione introduttiva – anche in base ad alcuni pronunciamenti europei interviene in prima istanza aggiungendo il veneto tra le lingue storiche tutelate nella legge del ’99 cioè quelle “delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano, il sardo”.

Le successive modifiche alla legge citata “riguardano – si spiega ancora – provvedimenti relativi all’obbligatorietà dell’insegnamento delle lingue minoritarie nel rispettivo territorio regionale nonché la tutela delle stesse lingue e culture minoritarie anche fuori dai confini nazionali italiani”. Si tratta, per le scuole, dell’insegnamento del veneto in parallelo con l’italiano alle materne, mentre alle scuole elementari e secondarie di primo grado “l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento”. Le Regioni possono inoltre “promuovere iniziative per la tutela e la valorizzazione delle lingue minoritarie, anche fuori dai confini regionali e nazionali italiani, con particolare riguardo agli ambiti storici o di emigrazione dei relativi insediamenti linguistici”. Infine si prevede la possibilità per le Regioni di stipulare accordi con le emittenti di servizio pubblico e le radio e tv locali per programmi in dialetto.

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