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Covid, un altro decesso e 452 nuovi casi in Alto Adige. Indagine su green pass falsi anche in Regione

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Anche giovedì 15 dicembre, l’Alto Adige registra il decesso di un paziente covid, portando così il numero complessivo delle vittime della pandemia a 1.278

Bolzano – Una settimana fa, l’8 dicembre, è stato l’ultimo giorno senza decessi. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige segnala inoltre 452 nuovi casi (246 tramite 2.463 tamponi pcr e 206 tramite 11561 test antigenici).

Tre pazienti in meno nelle terapie intensive, tre in più nei normali reparti ospedalieri: il numero complessivo dei ricoverati per il coronavirus negli ospedali dell’Alto Adige resta stabile, ma la diminuzione da 22 a 19 dei pazienti Covid-19 nei reparti di rianimazione allontana, almeno per oggi, lo spettro della zona arancione.

In area medica i ricoverati passano da 86 a 89, mentre sono 66 (uno in più) i pazienti Covid-19 postacuti ricoverati nelle strutture private convenzionate (quest’ultimo dato è aggiornato al 14 dicembre 2021 alle ore 21.00). I nuovi guariti sono 454 e le persone in quarantena 9.792.

Indagine su green pass falsi

La polizia postale ha effettuato perquisizioni in tutta Italia nei confronti di un gruppo criminale specializzato nella commercializzazione di Green pass falsi, in grado di superare i controlli delle app. La struttura era in grado di generare il certificato utilizzando le credenziali di accesso sottratte alle farmacie. Sono stati aggirati i presidi di sicurezza informatica dei sistemi sanitari di  Campania, Lazio, Puglia, Lombardia, Calabria e Veneto. L’operazione scaturisce dalle indagini dalla Procura di Napoli. La polizia postale ha eseguito 40 perquisizioni locali e 67 sequestri preventivi. Sono almeno 120 le persone che hanno acquistato i certificati falsi, localizzati nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma e Trento. Secondo gli investigatori, il numero reale potrebbe però essere più ampio. Le credenziali sono state carpite con il cosiddetto “phishing”, tramite email che simulavano quelle istituzionali del sistema sanitario. I farmacisti sono stati così indotti a collegarsi a un sito web falso, ma perfettamente identico a quello del sistema sanitario. In altri casi, i falsi Green pass sono stati prodotti ricorrendo a servizi di chiamata internazionali, capaci di camuffare il vero numero di telefono facendo comparire sul display quello del sistema sanitario regionale. In tali casi il finto agente di supporto tecnico della Regione induceva il farmacista a installare nel proprio sistema un software di assistenza a distanza

 

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