NordEst

Consiglio di Stato sospende caccia in deroga in Veneto

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Il Consiglio di Stato con decreto immediatamente esecutivo ha sospeso la delibera della giunta regionale del Veneto relativa alla caccia in deroga nei confronti di fringuelli, peppole, pispole, prispoloni, storni e frosoni. lo rende noto la Lac.
 
Per Andrea Zanoni, presidente della Lac del Veneto ed europarlamentare dell’Idv, "il decreto del Consiglio di Stato finalmente ci riporta nella legalità salvando migliaia di piccoli uccelli canori protetti’. 

“Chiederemo al Consiglio di Stato di anticipare la discussione di merito sulla questione della caccia in deroga. Di sicuro il decreto della Corte che sospende la nostra delibera in materia ci pone tutti di fronte ad una situazione kafkiana”. Daniele Stival, assessore alla caccia del Veneto, anticipa le prossime mosse dell’amministrazione regionale rispetto ad una questione da anni sul tappeto e che in Italia “ha creato solamente controversie giuridiche”.
“Premetto che le deroghe in materia di caccia – ha ricordato Stival – sono previste dalle stesse normative europee che vengono invocate contro di esse. E magari questa già non è una buona premessa, ma di sicuro la possibilità di derogare non se l’è inventata la Regione del Veneto.

Aggiungo che una sentenza della Corte Costituzionale di pochi giorni fa ha stabilito che le deroghe in materia di caccia sono di competenza delle Regioni e non un tema che appartiene allo Stato o ne preveda la cosiddetta ‘concorrenza’. Faccio altresì presente che più provvedimenti giurisdizionali di primo grado hanno riconosciuto la legittimità anche nei contenuti delle decisioni regionali, adottate sulla base di una legge del Veneto vigente, conforme alla normativa statale e a quella comunitaria. Ora questo decreto intanto ci ferma, poi si vedrà, tra una dozzina di giorni, se nel merito la nostra delibera è o no illegittima e rispetto a che cosa”.
 

“In questa situazione, la Regione è dunque l’istituzione che può decidere in materia di deroga, ma sentenze e decisioni della magistratura amministrativa – ha concluso Stival – sembrano sostanziare il fatto che l’unica decisione da prendere sia quella di non decidere. Con buona pace delle certezze che ogni cittadino, cacciatore o non cacciatore, ha ragione di pretendere. Per dirla in altri termini: la cosa puzza sempre più di politica e sempre meno di certezza normativa”.
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