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Buone notizie per l’economia veneta: rallenta il credit crunch

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Ma Bortolussi è preoccupato per il probabile ricorso agli usurai e all’aumento delle segnalazioni di riciclaggio di denaro sporco

soldi
Veneto – Rallenta il credit crunch alle imprese venete. Tra marzo di quest’anno (ultimo dato disponibile) e lo stesso mese del 2013, la contrazione media dei prestiti erogati dalle banche alle aziende venete è stata del -0,9 per cento. In termini assoluti, l’ammontare complessivo degli impieghi è sceso di quasi un miliardo di euro, passando dai 102 miliardi del marzo 2013 ai 101,05 miliardi del marzo di quest’anno. Tuttavia, nelle province di Venezia (+2,2 per cento) di Rovigo (+ 1 per cento), di Padova (+0,7 per cento) e di Belluno (+0,4 per cento) la tendenza si è addirittura invertita, facendo segnare una variazione positiva.

“E’ sicuramente un segnale incoraggiante – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – ma che non ci consente ancora di affermare che il peggio sia alle spalle. Ciò che, invece, ci preoccupa non poco è il forte aumento avvenuto nell’ultimo anno delle segnalazioni di riciclaggio effettuate dagli intermediari finanziari – come le banche, le fiduciarie, le assicurazioni – all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Tra il 2012 e il 2013 le operazioni sospette segnalate alla Banca d’Italia sono passate da 4.674 a 4.959. Non conosciamo l’ammontare economico di queste operazioni di riciclaggio, ma l’incremento del 6 per cento ci preoccupa non poco. A livello nazionale solo la Lombardia, il Lazio e la Campania hanno registrato un numero di denunce superiore al dato veneto”.

L’altra preoccupazione sollevata dalla CGIA è quella legata all’usura. I dati statistici ci dicono che negli ultimi anni il numero delle denunce effettuate alle Forze di polizia e all’Autorità giudiziaria rimane ancora molto contenuto e non presenta variazioni di rilievo: tuttavia, esiste il ragionevole sospetto che la forte contrazione dei prestiti registrata in questi ultimi anni nei confronti delle famiglie e delle imprese abbia incentivato molti di questi soggetti a ricorrere a forme illegali di approvvigionamento del credito.

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