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Vino veneto: una realtà ancora non del tutto svelata

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La viticoltura veneta vale 2,2 miliardi di euro: un patrimonio da rafforzare e  valorizzare

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Venezia – Ben consolidati i vini con prezzi medio-bassi, da rafforzare quelli con prezzi medio-alti. Un incontro a Negrar (VR) il 25 novembre. Un’indagine sul settore di Veneto Agricoltura e Regione. Azioni verso i mercati esteri, prima la Cina.

2,2 miliardi di euro il valore dell’intera filiera; 1,4 quello dell’export: per rafforzare e rendere sempre più competitivo il già forte settore vitivinicolo veneto, Regione e Veneto Agricoltura hanno ritenuto che la via migliore da seguire fosse quella di ascoltare direttamente le esigenze degli operatori del comparto e capire cosa si può fare per migliorarlo. E’ questo il senso dell’indagine realizzata nell’ambito della Misura 511 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, con l’obiettivo di valutare e approfondire gli scenari futuri per le imprese vitivinicole venete, soprattutto in vista della nuova programmazione 2014-2020.

Il quadro emerso dal lavoro degli esperti risulta molto interessante, sia perché il settore vitivinicolo veneto si conferma in piena salute (prima regione viticola italiana), sia perché gli stessi operatori si sono detti soddisfatti per come stanno andando le cose. Come non bastasse, dall’indagine condotta da Veneto Agricoltura, con la collaborazione delle Università di Padova e Napoli, è risultato che sono molto ampi i margini di miglioramento del comparto, prospettando così scenari ancora più rosei.

Insomma il sole splende sul vigneto veneto, che si estende (dati 2012) su oltre 76.000 ettari (39% in provincia di Treviso, 35% a Verona, 9% a Vicenza, 8% a Venezia, 7% a Padova) ed é capace di produrre quasi 11 milioni di quintali di uva, trasformata in 9,26 milioni di ettolitri di vino dei quali 35% Dop bianco, 11% Dop rosso, 26% Igp bianco, 16% Igp rosso e solo l’8% bianco comune e il 4% rosso comune. Lo scorso anno, la filiera vitivinicola veneta occupava ben 26.573 lavoratori, pari al 22,5% della forza lavoro del settore agroalimentare e ha esportato per un valore di 1,44 miliardi di euro, pari al 36% dell’export agroalimentare veneto. L’indagine regionale si è sviluppata attraverso una serie di focus group, che ha visto il coinvolgimento diretto di numerosi operatori della filiera, e un’indagine telefonica condotta su 400 aziende vitivinicole. L’obiettivo di partenza è stato quello di analizzare la competitività dei vini veneti, cogliendo le specifiche criticità e opportunità, focalizzando di conseguenza le esigenze degli operatori sotto il profilo delle politiche di supporto.

Per la vitivinicoltura veneta, dunque, i margini di miglioramento ci sono, eccome, ma vanno programmati, a cominciare dalla promozione del prodotto. L’attuale situazione appare già migliorata rispetto ad un recente passato, e questo grazie a strumenti quali l’OCM Vitivinicolo, il PSN e il PSR messi in campo negli ultimi anni dall’Unione Europea, dallo Stato italiano e dalla Regione Veneto. Ciò non significa però che la strategia della promozione non possa essere ulteriormente rafforzata, a livello sia aziendale che collettivo, allo scopo di raggiungere quell“”immagine” che Regioni quali la Toscana, il Piemonte e in parte la Sicilia già posseggono da tempo.

Per il settore vitivinicolo veneto si rende pertanto necessario sviluppare al più presto un più vasto sistema di relazioni con gli attori del mercato internazionale. A tal proposito, l’Assessore regionale all’Agricoltura, Franco Manzato, presente al primo dei due incontri di presentazione dell’indagine di Veneto Agricoltura, svoltosi a Conegliano-TV (il secondo incontro si terrà lunedì prossimo, 25 novembre, alle ore 16,00, a Negrar-VR presso la Cantina Valpolicella-Negrar), ha annunciato, a partire dal 2014, una serie di eventi-appuntamenti con operatori e giornalisti di diversi Paesi, a cominciare dalla Cina, un mercato dalle potenzialità quasi infinite.

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