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Unione Comuni, il PATT difende i ‘Municipi’ e Gaio rilancia con la Consulta

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Gaio replica a Meneguz e rilancia –  Imèr spegne le luci in centro paese ma accende il cervello e discute, si potrebbe dire, nel giorno in cui tiene banco l’iniziativa "M’Illumino di meno".

Proprio il fondovalle di Primiero, sembra essere il centro che meglio ha accolto la proposta di ripensare le municipalità locali. Dopo gli incontri dei giorni scorsi, è l’assessore della Comunità di Primiero, Maurizio Gaio ad ipotizzare con il suo gruppo la possibilità di portare nei Consigli comunali di tutti gli 8 Comuni, un ordine del giorno che impegni almeno i sindaci e le assemblee al dibattito sulla questione. 

L’ipotesi – se ci sarà il via libera dei Comuni – è quella di creare una vera e propria consulta locale (delle Giunte o dei consigli comunali) che si occupi di studiare il processo e i termini di aggregazione in collaborazione con la Regione e in tempi precisi.

"E’ ovvio che l’obiettivo è il Comune unico – spiega Gaio – e anche il Vanoi deve entrarci per non rischiare di rimanere isolato, ‘disconosciuto’ dai sette fratelli e senza risorse. Se poi democraticamente si valuta l’opzione a tre Comuni, va bene purchè si faccia un passo avanti. I sindaci e i loro consigli comunali sono i responsabili di questo stallo politico gravoso anche economicamente". 

L’assesore della Comunità replica anche al consigliere Paolo Meneguz in merito alle forme e iniziative di aggregazione locale degli enti, spiega che "promuovere ‘direttamente’ i referendum nei singoli Comuni per la fusione in un unico comune, non è materia disponibile in quanto v’è una legge speciale che dà la parola ‘determinante’ ai consigli comunali (la Regione indice i referendum su parere conforme dei consigli comunali)".


  • Il documento del PATT di Primiero – "Le recenti esternazioni – si legge nel comunicato della sezione locale – apparse sulla stampa locale con riferimento all’idea di un Comune unico a Primiero, mediante una raccolta firme proposta da un Comitato spontaneo locale, impongono alcune considerazioni. 
L’iniziativa testimonia, una volta di più, la necessità avvertita da larghi strati della popolazione di una struttura politica – ancorché locale – economica, funzionale e che sappia rispondere in maniera efficace ed efficiente ai bisogni della gente. La difficile situazione finanziaria che stiamo vivendo impone, necessariamente e a qualsiasi livello istituzionale, una gestione politica vicina al territorio e più virtuosa sotto il profilo economico, per rispondere e sostenere al meglio i bisogni della popolazione.

Sono presupposti nobili, sacrosanti che, al fine di un loro pieno conseguimento, pongono solo il problema di trovare il giusto "strumento" di realizzazione. In tal senso, l’unione tra i Comuni della valle, faccenda annosa e non semplice, non appare certo immediatamente percorribile. La non facile esistenza dell’Unione dell’Alto Primiero, composta dai Comuni di Sagron Mis, Siror e Tonadico, ha dimostrato che la tanto sbandierata volontà popolare è apparsa talvolta sovrastimata.

Nonostante le traversie avute, l’Unione dell’Alto Primiero è ancora attiva e presente e, anzi, pare offrire paradossalmente la soluzione ai volenterosi promotori del Comitato spontaneo locale. Infatti, per statuto, l’Unione è aperta all’adesione di altri Comuni del Primiero. Non servirebbe alcuna raccolta firme, non servirebbe alcun complesso iter per la creazione di un nuovo Ente, basterebbe solo aderire all’Unione. Oppure…

Oppure basterebbe semplicemente prendere atto che la risposta a quanto cercato già c’è. Si chiama Comunità di Valle, è composta da tutti i Comuni della Valle, è – seppur solo in parte – rappresentativa della volontà popolare.

Non appare superfluo sottolineare che, per statuto, "la Comunità riconosce nel comune l’ente amministrativo storicamente più vicino alla popolazione e più consono a comprenderne e recepirne le istanze fondamentali ed intende porsi come ente con valenza e funzioni politiche e amministrative sovracomunali, per l’esercizio delle funzioni proprie, trasferite, delegate e per l’esercizio associato delle funzioni comunali." (art. 4).

A poco più di un anno dalle elezioni, la Comunità di Valle pare ancora soffrire una certa situazione di stallo, in ragione di ritardi nell’attribuzione di competenze amministrative da parte della Provincia, ma anche a causa di "dualismi" conflittuali con i Comuni che finiscono solo per danneggiare il territorio. Tali criticità, tuttavia, devono essere analizzate e superate, attraverso una più profonda e sinergica collaborazione tra Comuni e Comunità di Valle. Proprio all’interno di tale Ente si può e si deve trovare quella risposta ad esigenze sovracomunali.

Il PATT – conclude la nota – da sempre vicino ai bisogni e alle necessita della popolazione e del territorio, è attivamente impegnato – ai vari livelli istituzionali – nel pervenire ad una gestione politica che riesca a "fare meglio con meno". L’attuale assetto istituzionale trentino (217 Comuni e 15 Comunità di Valle, oltre all’Ente Provincia) deve necessariamente porsi l’obiettivo di una razionale riduzione dei costi, ma non già attraverso una riduzione di rappresentatività degli elettori (riduzione dei Comuni o soppressione delle Comunità di recente istituzione), bensì attraverso forme gestionali e organizzative – quali, ad esempio, la gestione associata dei servizi – che siano espressione della volontà di dare al cittadino servizi efficienti a costi contenuti".

Sezione Patt di Primiero

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