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Trento, Walter Kaswalder eletto presidente del Consiglio provinciale. Il governatore Fugatti in aula: “Tornare alla centralità dei Comuni”

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Dopo la fumata nera dei giorni scorsi, poco prima delle 13 di martedì 27 novembre, l’autonomista Walter Kaswader è stato eletto presidente del Consiglio con 22 voti favorevoli, 11 bianche una nulla su 34 votanti

 

Trento – Appena preso posto sullo scranno più alto dell’emiciclo dopo la sua elezione, il nuovo presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder (nella foto), ha ringraziato tutti. “È per me una grande emozione presiedere l’aula del Consiglio provinciale”, ha esordito.

Kaswalder ha aggiunto di essere consapevole del significato che il ruolo di presidente del Consiglio riveste.

“Sono stato sindaco e consigliere di minoranza e di maggioranza – ha proseguito – e quindi assicuro che sarà un presidente di garanzia per tutti”.

Alessandro Olivi, eletto vicepresidente del Consiglio Provinciale di Trento. I tre segretari questori che parteciperanno con Walter Kaswalder e Olivi all’ufficio di presidenza sono Dalzocchio (Lega), Dallapiccola (Patt) e Degasperi (5 stelle).

Il dibattito in Consiglio

Alla ripresa dopo l’interruzione chiesta dallo stesso Kaswalder per sboccare la situazione, Ugo Rossi (Patt) ha detto, a seguito dell’incontro con il presidente Maurizio Fugatti e degli altri rappresentanti dei gruppi e Kaswalder, di voler partecipare alla votazione annunciando scheda bianca. Questo perché, ha detto, la presidenza è della maggioranza e noi siano dell’opposizione. Rossi ha auspicato il rispetto dei diritti delle minoranze e il funzionamento corretto dell’Aula.

Infine, il consigliere Patt ha apprezzato la volontà di Kaswalder di andare nel solco di chi lo ha preceduto in aula. La Presidenza del Consiglio, ha aggiunto Rossi, è un ruolo di grande importanza. In passato alcuni, anche per espressioni di Kaswalder, questo ruolo, come quello della presidenza Pat, sono stati spesso definiti non come ruoli, ma come “poltrone” o con termini come “careghe” e “cadreghe”. “Sono convinto – ha continuato – che l’importanza di questo ruolo consentirà a Kaswader che il suo è un ruolo importantissimo, di alta rilevanza istituzionale e non di una “carega”. Questo vale che si sia in maggioranza o in minoranza. E’ utile ricordare a tutti, ha concluso, che le parole che usiamo qui discreditano, che si sia in maggioranza o minoranza, le istituzioni”.

Giorgio Tonini /(Pd) ha detto di aver apprezzato il gesto di Kaswalder e Fugatti di un confronto con le minoranze. Gesto che ha assecondato il dialogo tra minoranza e maggioranza sulle istituzioni a partire dalla più alta, il Consiglio. L’ambizione, ah ricordato, era quella di convergere su un nome della minoranza gradito alla maggioranza o viceversa. Quindi, il Pd pur non votando Kaswalder ma scheda bianca, ha apprezzato le garanzie di terzietà della Presidenza.

Il Presidente, ha detto ancora l’esponente Pd, deve garantire la funzionalità dell’aula per permettere alla maggioranza di realizzare il programma e, dall’altra, garantire il ruolo delle minoranze. La differenza tra una democrazia, ha sottolineato, e una non democrazia è la garanzia delle minoranze. Su questo, ha concluso, abbiamo apprezzato le parole dette nell’incontro da Kaswalder, sperando che sia lo stile per i prossimi cinque anni. I segnale richiesto è venuto, anche dal Presidente della Giunta, cioè la costituzione di una commissione speciale per i danni dal maltempo. La disponibilità di Fugatti, ha detto ancora Tonini, è quello che ci permette di dire che il clima è positivo.

Paolo Ghezzi (Futura 2018) ha detto che il suo gruppo ha accettato l’approccio di Kaswalder di venire ad offrire il suo ruolo con una garanzia. Ci saremmo aspettati dal Presidente della Pat, ha aggiunto, qualche parola in più. Il presidente si è comportato, una volta di più, da proconsole di Salvini in Trentino, e non da presidente di tutti i trentini. Un atteggiamento ha affermato che a noi non piace. La nostra, ha affermato, non è una posizione pregiudiziale, lo dimostra il fatto che abbiamo valutato positivamente la decisione di Fugatti di mantenere come direttore generale Nicoletti. Una scelta di buon senso e di continuità. Non vogliano fare i campioni dell’opposizione che vogliano fare in modo intransigente ma anche intelligente.

Bene comunque l’istituzione di una commissione sui danni del maltempo, che in realtà è una tragedia. E chi c’era ai funerale della mamma di Dimaro lo ha potuto constatare drammaticamente. Ghezzi ha asuspsicato uno stile diverso da parte del Presidente della Pat. A Kaswakder (Ghezzi ha annunciato scheda bianca) l’esponentedi Futura ha ricordato che 73 trentini su 100 non hanno vitato Lega. Ed ha concluso ausicando che Kaswalder, che è uomo del popolo e ha fatto il sindaco, sappia essere un garante di tutti.

Filippo Degaseri (5 Stelle), annunciando voto positivo, s’è detto soddisfatto che questa vicenda sia rientrata nell’alveo della normalità, più in virtù della minoranza che della maggioranza che non ha mai fatto partire il dialogo. Il metodo, ha aggiunto, è stato sbagliato così come lo è stato in Consiglio regionale e su questo va fatto, da parte della maggioranza, una riflessione. L’esponente di 5 Stelle ha chiesto a Kaswalder di rispettare tutti i consiglieri, non solo quelli di minoranza, e ha auspicato una maggiore attenzione alla “macchina”del Consiglio. Kaswalder è una persona franca e che fa capire cos’ha in testa. Inoltre, ha chiesto a al neo Presidente di rispettare il Tricolore, contrariamente a quanto succede in Consiglio regionale.

Mara Dalzocchio (Lega) ha ricordato che i trentini hanno bisgno di risposte immediate soprattutto dopo il maltempo. Ma ha voluto fare un appunto alla minoranza ricordando che il presidente della Giunta piace a chi l’ha votato e non solo a Salvini.

Alessandro Savoi (Lega) ha ricordato, rivolgendosi a Ghezzi, che un trentino su due ha votato Fugatti e che la maggioranza è stata raggiunta con un sistema elettorale votato dal centro sinistra. E anche la presidenza del Consiglio è stata indicata seguendo una prassi consolidata.

Alex Marini (5 Stelle) ha detto di voler dare fiducia a Kaswalder, ma l’empasse ha mostrato un vulnus democratico che si è evidenziato con l’astensionismo. Servono riforme, ha detto ancora, che si basino sulla trasparenza e la partecipazione per perseguire gli obiettivi di migliorare i rapporti del Consiglio con la popolazione. A partire dalla legge elettorale, i referendum e la separazione netta tra Giunta e Consiglio. Marini, ribadendo il sì a Kaswalder, ha detto di aver depositato un ddl sul referendum che la scorsa legislatura venne firmato anche da Kaswalder,

Claudio Cia (Agire) ha detto che con l’elezione è terminato il ruolo di “piano B” che non c’è mai stato perché la maggioranza ha sempre puntato su Kaswalder. Cia ha auspicato che Kaswalder prenda esempio da Bruno Dorigatti e dal presidente del Consiglio comunale di Trento, Renato Pegoretti.

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