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Trento, Simoni sollecita più aiuti agli allevatori contro la crisi

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Il consigliere provinciale Marino Simoni (Progetto Trentino) ha sollecitato in Consiglio contributi al settore lattiero-caseario e strategie anti- crisi

LATTE

Trento – La crisi non risparmia nemmeno l’agricoltura. Il consigliere Marino Simoni ha chiesto quali e quanti contributi abbia assegnato la Provincia di Trento al settore lattiero-caseario e come sono stati ripartiti tra i destinatari; quanti contributi siano andati a Latte Trento, con quali modalità e scopi sono stati liquidati; se tutte le realtà produttive del settore zootecnico sono state trattate allo stesso modo o se esistono diversità di trattamento giustificate dalle differenti associazioni cui gli allevatori aderiscono; e infine se si intenda dotarsi di un piano strategico per fronteggiare la crisi del latte.

L’assessore provinciale Michele Dallapiccola ha ricordato che per il settore zootecnico e il settore lattiero-caseario la Provincia ha impiegato gli aiuti consentiti dall’Unione europea sia alimentando la legge 4 sull’agricoltura sia utilizzando i piani di sviluppo rurale compreso l’ultimo.

Quanto ai contributi previsti dalla legge provinciale, Dallapiccola ha segnalato i 100.000 euro concessi a Latte Trento nel 2008, e ancora un milione di euro nel 2010. Poi nel 2014 la Provincia si è fatta carico della richiesta di ampliamento dello stabilimento di Latte Trento per concentrare l’attività in un unico sito, assegnando un contributo di 8 milioni e 200.000 euro milioni di euro per un progetto complessivo di 22-23 milioni di euro.

Quanto alle discriminazioni ventilate da Simoni, l’assessore ha garantito che tutte le realtà produttive del settore lattiero-caseario sono state trattate alla stessa maniera dalla Provincia con l’unica condizione del loro legame ad una delle associazioni dei contadini. Nell’ultimo PSR, ha ricordato, tra le aziende destinatarie degli interventi provinciali è stata ricompresa anche l’industria agroalimentare. Infine per la strategia provinciale di settore, Dallapiccola ha preannunciato che la Giunta sta per avviare una campagna promozionale dedicata al settore del latte e iniziative che colleghino agricoltura e turismo.

Simoni si è quindi dichiarato parzialmente soddisfatto perché l’assessore non ha affrontato i problemi relativi alla Valsugana e in particolare quello della chiusura del caseificio di Borgo. “Grosse aziende – ha osservato – non riescono a trovare oggi un accordo con Latte Trento e su questo aspetto servirebbe un ragionamento aggiuntivo”.

Per Simoni vanno prese soprattutto in considerazione le difficoltà di alcune aziende della Valsugana, ma anche di Brentonico e dell’Alta Anaunia. Per il consigliere serve una politica provinciale più incisiva, “perché – ha concluso – è scandaloso che Melinda si raccordi con realtà lattiero-caseario esterne al nostro territorio ma benefici comunque dei contributi”.

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One Reply to “Trento, Simoni sollecita più aiuti agli allevatori contro la crisi

  1. Un episodio arrivatomi nel 1943 (mio padre e’ stato chiamato al municipio di Mezzano dal segretario Giuseppe Dofsotta,un signore veniva da Trento in cerca di informazioni sul latte delle muche di Mezzano,diceva che le muche di MEZZANO NON PRODUCEVANO ABBASTNZA LATTE, il segretario mando’ una sua aiutante a chierere l’intervento di mio padre,per dare la risposta, era un uomo stimatissimo. mio padre si reco al municipio (il segretario disse che questo signora voleva sapere il perche le vacche di Mezzano producevano poco latte (si giro’ davanti a questo signore,senza preamboli e in dialetto disse, ‘qua a medan prima de molder se tesa che quando non ghen ven pi do’ volta via e son contenti, voi altri de trent ole’ molder senza tesar!!!girando al segretario,gli disse spieghete che ti sa, el talian!!! ALTRI TEMPI?????

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