NordEst

Trento, Dellai non lascia la Provincia: centrosinistra in fermento

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Dellai non lascia in anticipo – Nessuna dimissione del governatore Lorenzo Dellai prima della scadenza del mandato. Lo conferma lo stesso governatore trentino dopo le anticipazioni di stampa di queste ore. 

"La possibilità che mi dimetta nei prossimi giorni, come ipotizzato da un organo di stampa in relazione a nuove norme nazionali in tema di ineleggibilità alla carica di parlamentare, semplicemente non esiste".

"A prescindere da ogni altra considerazione, infatti – aggiunge Dellai – in nessun modo e per nessuna ragione la Provincia autonoma di Trento sarà messa in una situazione di insostenibile incertezza".

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Il vicepresidente della Provincia, Pacher lascia la politica –  "Il Pd ha cambiato la sua ragione sociale senza che nessuno l’abbia mai deciso – dichiara Pacher – e in questo partito cambiato non riuscirei a dare il meglio di me. Quindi preferisco tornare al mio lavoro, visto che ho il privilegio di poterlo fare".

Il vicepresidente della provincia di Trento, Alberto Pacher, lascia con amarezza nei confronti del suo partito il PD. E’ stato per due volte il sindaco più votato di Trento ed era il candidato naturale a portare il Pd alla guida della Provincia nel dopo-Dellai.

Ma Pacher si fa da parte e motiva chiaramente: "per ragioni politiche e non personali. Per buona pace di chi ha messo in giro la voce che avesse gravi problemi di salute. Ho appena fatto tutti gli esami e, toccando ferro, sto benissimo".

Il vicepresidente della giunta ha informato personalmente il segretario del Pd, Michele Nicoletti, e nel pomeriggio ha parlato con gli esponenti del partito a lui più vicini. La notizia, com’è facile intuire, ha provocato uno sconquasso dentro il Partito democratico trentino. In tarda serata qualche consigliere ancora era all’oscuro di tutto.

La decisione ha spiazzato il Pd, a cominciare dai fedelissimi del vicepresidente. Le motivazioni della sua scelta le ha date nella lettera inviata al suo partito: quattro dense pagine che contengono una profonda analisi politica e al tempo stesso una sincera e appassionata confessione personale.

Pacher ripercorre la storia del suo impegno politico cominciato nel 1990, quando si candidò per la prima volta in Comune ed era da poco crollato il muro di Berlino. Un’esperienza vissuta prima dentro il Pci, poi nel Pds-Ds, per arrivare alla felice stagione dell’Ulivo di Prodi e alla nascita del Pd. Cominciano qui le considerazioni amare: "A me pare che nel dibattito che sta attraversando il nostro partito oggi vi sia un vuoto di cui non riesco a trovare le ragioni".

Per dare il mio contributo, ha spiegato:"ho bisogno di sentirmi “a casa” in un progetto politico. Sono nato e vissuto in una stagione inclusiva e in un quadro così diverso non credo sarei in grado di dare il meglio di me come ho sempre cercato di fare".

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