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Trento, Approvato a larga maggioranza dal Consiglio in aula il riordino del sistema cultura

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Dopo l’accordo politico raggiunto mercoledì in tarda mattinata che ha indotto le minoranze al ritiro di 1937 emendamenti ostruzionistici riferiti ai musei, il Consiglio provinciale ha esaminato e approvato in aula a larga maggioranza e senza nessun contrario nel pomeriggio il “riordino” del sistema culturale del Trentino (così l’ha definito l’assessore Mellarini, primo firmatario del testo), modificando sensibilmente la legge 15 del 2007

Trento – Il provvedimento ha ottenuto 25 voti favorevoli anche con i sì di Viola, Simoni e Zanon di Progetto Trentino, di Borga (Civica Trentina) e di Giovanazzi di Amministrare il Trentino. Cinque i voti di astensione: Fugatti (Lega), Cia (Gruppo misto), Bezzi (FI), Bottamedi (Gruppo misto) e Degasperi (M5s).

Tre le novità sostanziali introdotte dall’intesa che, declinata in 12 emendamenti condivisi, ha sbloccato il muro contro muro tra maggioranza e opposizione sul nodo gordiano costituito dalla governance dei musei. Primo: i musei provinciali (Mart, Muse e San Michele) rimarranno con il proprio cda, formato da tre componenti ciascuno, i cui poteri riguarderanno la programmazione e i progetti insieme alla relativa quota di risorse. Secondo: a capo della parte gestionale e “burocratica” , riferita al personale e alle spese di manutenzione vi sarà direttamente la Provincia con le sue strutture di servizio, che si accollerà tutti gli oneri conseguenti. Terzo: alle due conferenze dei presidenti e dei direttori dei musei provinciali cui la legge affida, rispettivamente, il parere sugli indirizzi politici della Giunta e il coordinamento della programmazione delle attività, parteciperanno, a pari titolo, anche i presidenti e i direttori delle altre strutture museali non dipendenti dalla Provincia ma “di interesse provinciale” (museo diocesano, fondazione museo storico di Trento, museo della guerra di Rovereto, ecc.), in modo da favorire l’integrazione dell’intero sistema.

Una volta sottoscritte le nuove proposte di modifica e rientrati in aula i consiglieri (alle 15.55), il presidente Dorigatti ha precisato che erano 20 gli emendamenti rimasti in piedi dopo l’accordo: 10 frutto dell’accordo, 9 della Giunta e uno di Viola. Ritirati i 1024 emendamenti di Borga i 582 di Simoni e i 124 di Giovanazzi.

Lo stesso Nerio Giovanazzi (Amministrare Trentino) è intervenuto riconoscendo il taglio migliorativo degli emendamenti scaturiti dall’accordo raggiunto e annunciando per questo il ritiro di tutte le proprie proposte di modifica. Ha chiesto però quale delle posizioni espresse dalla maggioranza e dalle minoranze abbia alla fine prevalso.

Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha confermato il ritiro anche dei suoi emendamenti e denunciato la cancellazione da parte del dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Pergine 2 (scuole elementari e medie) del termine “genitori”, sostituito dalle parole “responsabile 1” e “responsabile 2”. “I bambini – ha protestato Borga – non appartengono alla scuola ma alle loro famiglie che sono costituite – piaccia o non piaccia – per natura, da un papà e da una mamma”. Borga, che giudica inaccettabili queste cose, ha preannunciato un’interrogazione al riguardo sollecitando la Giunta ad intervenire perché non è lecito permettere che chiunque abbia un potere su altre persone sia per questo autorizzato a fare quel che vuole.

Walter Viola (Progetto Trentino) ha sottolineato il carattere migliorativo degli emendamenti concordati sul sistema museale trentino. Per questo settore la soluzione individuata è secondo Viola “positiva” per due ragioni. La prima è che i soggetti auditi in Commissione avevano sollecitato l’esigenza di costruire un vero “sistema”, superando l’attuale frammentazione delle strutture museali, molte delle quali, come Arte Sella, hanno proposte di alto livello e sono per questo sempre più visitate. Con questa legge si crea per Viola un contesto adeguato perché si rende unitaria la gestione del personale, delle strutture e dei servizi pur mantenendo la soggettualità specificità dei singoli musei provinciali. Si mantiene la peculiarità dei quattro musei provinciali (Buonconsigliio, Muse, Mart e San Michele) ma in un quadro d’insieme e garantendo un’unitarietà di sistema. Sistema che coinvolgerà anche gli altri musei attraverso un efficientamento complessivo del settore.

Lucia Maestri (Pd) ha risposto alla domanda posta da Giovanazzi evidenziando l’utilità del confronto politico reso possibile dal Consiglio provinciale che in questa occasione ha mostrato la capacità di modificare e correggere i testi proposti dalla Giunta. Su questo disegno di legge, ha proseguito Maestri, abbiamo dimostrato tutti, maggioranza e minoranze, capacità critica di analisi e di sintesi, compiendo un passo in avanti importante nella sistemazione del settore museale. “Un passo in avanti utile non perché chiuda una questione politicamente spinosa, ma perché abbiamo messo in cima alle preoccupazioni il cosa dobbiamo fare per rendere sostenibile il sistema museale trentino per mantenere l’offerta così elevata e così di qualità. Questa riforma fa i conti con ciò che c’è e con ciò che si può fare allo stato attuale delle cose. Come? Primo: parificando i musei provinciali e non provinciali che avranno la stessa dignità. Non vi saranno più musei con il cappello in mano e le proposte che emergeranno saranno proposte del museo museale del Trentino. Non esisteranno più musei di serie A e di serie B. I musei faranno programmazione congiunta e questo genererà un forte impatto del Trentino sull’esterno. La massima attenzione è stata dedicata al tema della programmazione. Ci siamo fatti carico della responsabilità di un cambiamento che non si era mai riusciti a realizzare in precedenza. Un cambiamento – ha concluso Maestri – di cui ci assumiamo oggi con questa legge la piena responsabilità.

Passa con la contrarietà del Pd un emendamento di Borga sull’integrazione “culturale” degli stranieri che intendono vivere in provincia di Trento.

Approvato un emendamento all’articolo proposto da Borga che – ha spiegato – mira all’integrazione delle persone straniere che intendono risiedere stabilmente sul territorio provinciale, “mediante iniziative finalizzate all’apprendimento della lingua italiana, dei costumi locali e delle leggi statali e provinciali”.

Mattia Civico (Pd) ha giudicato riduttivo definire l’integrazione con la breve lista proposta da Borga, “perché si può essere cittadini di una comunità anche non conoscendone la lingua. Non è questa, per Civico, la condizione per accedere ai diritti fondamentali. Non è chiaro poi per il consigliere del Pd il riferimento ai costumi locali. Per capire servirebbero esempi. Borga ha spiegato che i costumi sono l’insieme dei comportamenti che caratterizzano la vita di una comunità. Se io in Marocco entro in una moschea mi levo le scarpe per rispetto dei costumi locali. Durante il Ramadan in un Paese islamico non assumerò comportamenti che urtino la sensibilità dei residenti. Non si tratta di aderire a questi costumi ma sapere che quello è il modo di vita di quelle popolazioni.
Civico ha replicato dichiarato contrario a questo approccio all’obiettivo dell’integrazione aggiungendo di non aver capito cosa voglia dire aderire ai costumi locali (“come se per essere integrati in Trentino occorra mangiare canederli”).

L’emendamento di Borga è stato approvato con 26 sì, 4 no (Pd) e un astenuto. Borga ha ribadito che se uno straniero decide di rimanere nel nostro territorio, la legge che vale per i residenti vale anche per lui.

A seguire, tutti gli articoli e la maggior parte degli emendamenti concordati e rimasti sono stati approvati anche con i voti favorevoli dei consiglieri di Progetto Trentino (Simoni, Viola e Zanon), di Giovanazzi (AT) e Borga (Civica Trentina) e i 5 voti di astensione espressi da Fugatti (Lega), Cia (Misto), Bezzi (FI), Bottamedi (Misto) e Degasperi (M5s).
Maestri (Pd) ha motivato la propria astensione su un emendamento proposto dall’assessore che prevede il rafforzamento del Centro servizi culturali S. Chiara, dichiarando di non credere che il S. Chiara sia in grado di occuparsi di alcune funzioni finora svolte dal coordinamento teatrale del Trentino. L’assessore Mellarini ha spiegato che il Centro S. Chiara svolge già un servizio importante anche per i Comuni.

Sull’articolo 17, il primo dedicato ai musei, Borga (CT) ha chiarito il perché del ritiro dei suoi emendamenti. “Tutto sommato – ha osservato – il mantenimento dell’autonomia dei musei è un risultato migliore di quel che si voleva raggiungere. E ha ricordato di aver evidenziato l’esigenza che i musei del Trentino esprimano l’identità del territorio e della comunità che in esso vive. L’aula ha poi rapidamente concluso con l’approvazione i 40 articoli del ddl con i relativi emendamenti, alcuni dei quali proposti dall’assessore.
Le dichiarazioni di voto.

Il capogruppo del Pd Alessio Manica ha sottolineato il risultato positivo raggiunto dall’aula. Chi è più addentro alla materia ha ricordato i numeri straordinario del sistema culturale del Trentino e non solo museale. Numeri che caricano il Consiglio di una grande responsabilità anche in seguito alle audizioni effettuate dalla Quinta Commissione. La proposta dell’ente museale unico portata avanti dalla maggioranza con convinzione, non ha impedito di ascoltare le ragioni delle minoranze fino ad arrivare ad una mediazione che permette di migliorare il sistema culturale del Trentino. Vi sarà più qualità nella maggior selettività del sistema dello spettacolo. Il passo avanti consisterà nella valorizzazione dei territori, del partenariato ttra pubblico e privcato per la raccolta delle risorse, della rete dei musei che ci ha diviso in questi mesi. Vi sarà un coordinamento unico che parifica i musei di proprietà provinciale e anche quelli privati. E questo potenzierà l’intero sistema. Si recuprano così alcuni elementi ideali che stavano alla base della proposta di ente unico: la gestione del personale, la parte amministrativa, i servizi: si faranno economie e si sgraveranno i musei di alcune competenze che non sono il punto focale sul quale si dovrebbero concentrare i direttori e dei cda dei musei, che potranno così occuparsi di programmazione. Per questi motivi il Pd esprime un sì convinto al ddl. Non si tratta di una mediazione al ribasso ma un passo avanti importante e molto atteso, che ha visto un percorso dialetticamente molto maturo al Consiglio provinciale. Manica ha infine ringraziato la collega Maestri che ha molto contribuito a questo risultato.

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha sottolineato il voto convinto a sostegno di questa legge dopo quasi nove mesi di lavoro. Lavoro di cui Simoni ha ringraziato l’assessore che ha accettato di dialogare sugli obiettivi per mettere a disposizione del sistema culturale trentino un miglioramento deciso per ridare ossigeno alle strutture e alle attività. Simoni ha ringraziato anche la presidente della Quinta Commissione Maestri per aver promosso e sviluppato le consultazioni e di aver anteposto il buon senso a contrasti che parevano dirompenti. Il risultato finale è per Simoni importante per mettere una pietra miliare a sostegno del patrimonio culturale collettivo non solo dei musei. Un plauso, quindi, è andato dal consigliere alla capacità di mediazione dimostrata dal Consiglio e alla capacità di superare scontri ideologici alla fine rientrati all’interno di un dibattito costruttivo che la democrazia richiede. “Sono state accolte proposte da noi evidenziate fin dall’inizio”.
Lucia Maestri (Pd) ha preso la parola per dire grazie ai 150 soggetti ascoltati dalla Quinta Commissione su questo disegno di legge. Ottimi suggerimenti sono venuti da questi attori che hanno permesso anche la presentazione di importanti ordini del giorno approvati. Altri grazie sono andati alla comunità politica, all’assessore e al dirigente generale del servizio cultura e il suo staff oltre all’ufficio legislativo per aver seguito passo passo l’iter del provvedimento. Maestri ha ribadito la volontà dei consiglieri di farsi carico della responsabilità del mutamento promosso da questa legge.
Gianpiero Passamani (UpT) ha ricordato che “all’inizio di questa seduta nessun consigliere aveva la certezza di arrivare ad una conclusione così positiva, resa possibile da notevoli convergenze”. La legge mantiene la programmazione in capo ai singoli musei valorizzandone il dinamismo. La forma organizzativa che la Giunta deciderà potrà essere anche un’agenzia, garantirà la snellezza delle scelte. “Ha vinto la mediazione”, ha concluso Passamani, “e proprio questi devono essere i messaggi che il Consiglio provinciale lancia all’esterno”.

Walter Viola (Progetto Trentino) ha osservato che la tirannia della maggioranza si abbatte solo attraverso il dialogo. In un momento in cui le contrapposizioni forti siano l’unica frontiera della politica, oggi abbiamo reso testimonianza a cosa vuol dire dialogo. C’è stato un vero ascolto motivato dalla volontà di fare il bene del settore. Altro aspetto sottolineato da Viola: vi è stato un equilibrio tra Giunta e Consiglio: il Consiglio ha proposto e la Giunta ha verificato quale fosse la via più adeguata da seguire. “Mi auguro – ha concluso Viola – che questa legge venga resa esecutiva nel miglior modo possibile dall’esecutivo, perché questa sarà la cartina di tornasole della bontà del provvedimento”.

L’assessore Tiziano Mellarini ha messo in luce due concetti: ascolto e dialogo. Operazione ascolto che con le audizioni ha permesso di raccogliere criticità e giudizi positivi. Dialogo tra maggioranza e minoranze che ha permesso di raggiungere un accordo basato sul fatto che la cultura non appartiene a una parte ma all’intera comunità trentina. Si è trattato di pensare ad una modernizzazione della legge sulla cultura accogliendo sia le novità normative esterne sia le esigenze della comunità trentina. “Questo è un punto di partenza – ha osservato d’accordo con Simoni – e non di arrivo, è una pietra miliare”. Le novità riguardano il sistema museale che coinvolge tutti gli attori, enti funzionali della Provincia ed enti non funzionali, consentiranno di rendere la cultura motore di sviluppo trainante per il Trentino. C’è poi prefigurata da questa legge una governance innovativa che potrà valorizzare tutti gli attori e le tante professionalità esistenti nel nostro sistema, per soddisfare tutte le loro aspettative. Mi è stato rivolto un pungolo costruttivo dalle forze politiche, ha concluso Mellarini ringraziando tutti. “Oggi abbiamo affermato un valore importante per la nostra autonomia e la nostra identità”.

Claudio Cia (misto) ha motivato il voto di astensione per rispetto del gran lavoro fatto dai consiglieri della minoranza e in particolare da Viola, Borga e Giovanazzi, che hanno permesso di migliorare la legge proposta. “Tutte le leggi, ha aggiunto, possono essere strumentalizzare da chi è al potere ma io mi auguro che questo non avvenga in questo caso”. Cia ha auspicato infine che questa legge ci permetta di crescere sapendo essere rivolta a tutti e rappresentare tutti. E per questo occorre rappresentare questo testo con onestà intellettuale e non per spaccare il territorio a livello culturale.

Giacomo Bezzi (FI) ha motivato la sua astensione e non di contrarietà al disegno di legge, ringraziando i colleghi di minoranza che hanno lavorato ad una mediazione grazie alla quale si è arrivati ad una soluzione positiva. Due le preoccupazioni espresse da Bezzi: continuare a coniugare la cultura e il turismo ha già prodotto risultati positivi sul piano economico nel Trentino, che è più avanti su questo punto rispetto al resto d’Italia; e che questa legge non venga strumentalizzata perché sulla cultura deve prevalere l’interesse generale.

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