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Trentino Alto Adige, Costi politica: vitalizi ridotti del 6%, dura presa di posizione dei 5Stelle

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La nuova legge non ha ridotto di molto le cifre

Trento – In tempo di crisi con famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, continua la polemica sui vitalizi del mondo politico.

Dopo gli annunci dei mesi scorsi, il taglio dei vitalizi per i consiglieri regionali sembra essere una beffa. Da un analisi del caso dell’ex-consigliere Svp Walter Baumgartner, che al compimento dei 60 anni ha chiesto di ricevere l’assegno mensile che gli spetta, è risultato che la nuova legge che avrebbe dovuto tagliare i vitalizi dal 20 al 30 percento, di fatto li accorcia solo di un 6%.

Baumgartner, secondo la stampa locale, si porta a casa 652.000 euro a fronte dei 697.000 che gli spettavano ai sensi della prima contestata legge sui vitalizi d’oro. La nuova legge non ha quindi ridotto di molto le cifre spettanti agli ex-consiglieri.

“Con l’interrogazione n. 12 del 21 febbraio 2014 il M5s – scrive in una nota -, appena arrivato in Consiglio regionale, ha fatto crollare la montagna di bugie che trentini e altoatesini si erano bevuti circa fantomatici “tagli” ai vitalizi.

L’Operazione Vergogna è costata alle casse del Consiglio regionale 96 milioni di euro. Ad oggi nessuno – spiegano i 5Stelle – si è assunto la responsabilità politica di quanto accaduto. Nessun pentimento, nessun colpevole, nessun risarcimento ai cittadini.

“Con l’Operazione Vergogna II, commenta il Movimento 5 Stelle Trentino – quella che la presidenza del Consiglio raccontava che “ora viene indicata come modello per l’intera Nazione”, si sarebbero dovuti recuperare 45.429.930 Euro.

La realtà dei fatti, come da sempre denunciato dal M5s, è ben diversa.

I maxi anticipi rimangono in essere con limature ridicole frutto non della buona volontà di PD-SVP-PATT-UPT che hanno voluto pseudo riforma, ma della Procura che aveva indicato chiaramente come i parametri utilizzati per calcolare l’aspettativa di vita e il tasso di sconto fossero stati manipolati in favore dei consiglieri.

Le restituzioni sbandierate (“Abbiamo recuperato oltre 45 milioni di euro” millantava la presidenza del Consiglio il 23 luglio 2014) sono irrisorie e soprattutto solo temporanee: al raggiungimento del requisito anagrafico, tolto qualche arrotondamento, tutto tornerà nelle mani dei consiglieri.

Senza dimenticare – continua Filippo Degasperi (M5S) – che, mentre noi ci battevamo contro Vergogna I e Vergogna II in tutte le sedi, Consiglio e Regione, utilizzando i soldi dei cittadini, si costituivano in giudizio contro il M5s che chiedeva al TAR l’annullamento di tutti gli atti assunti contro le previsioni dell’articolo 44 dello Statuto di autonomia.

Al contrario, nonostante sia sancita dalla loro stessa legge, la maggioranza PD-SVP-PATT-UPT ha ritenuto di dover risparmiare sulle spese legali e di non avviare alcuna azione contro i renitenti alle restituzioni”.

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