I membri della cellula sarebbero stati pronti a compiere reati
Bolzano – In un tribunale blindato da eccezionali misure di sicurezza è entrato nel vivo quest’oggi a Bolzano il processo per associazione a delinquere a fini terroristici a carico di sei presunti jihadisti, tra cui il mullah Krekar.
Il mullah, che respinge le accuse e attualmente vive libero in Norvegia, ha fatto pervenire alla Corte d’assise di Bolzano la richiesta di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee in videoconferenza da Oslo. La richiesta è stata però respinta dal giudice Carlo Busato, perché Krekar è a piede libero e quindi in grado di partecipare all’udienza.
Sono stati poi sentiti tre ufficiali dei carabinieri del Ros, che avevano condotto le indagini. I carabinieri hanno ricostruito, documentandoli, i legami tra la cellula meranese di presunti terroristi – ed in particolare di Abdul Nauroz, reclutatore di jihadisti già condannato a sei anni – e lo stesso Krekar. I membri della cellula sarebbero stati pronti ad acquistare armi e compiere attentati.
Il Processo a Bolzano
Vede imputati per associazione a delinquere a fini terroristici sei presunti jihadisti, tra cui il mullah Krekar, che attualmente si trova in Norvegia.
Il mullah Krekar è imputato a Bolzano insieme ad altre cinque persone – Rahim Karim Twana, Hamasalih Wahab Awat, Abdul Zana Rahim, Jalal Kamil Fatah e Bakr Hamad – con l’accusa di associazione per delinquere con finalità terroristiche. Secondo l’accusa, infatti, Krekar sarebbe il “capo spirituale” della cellula jihadista Rawthi hax, smantellata a seguito dell’indagine del Ros di Trento, coordinata dal Procuratore della Dda Davide Ognibene.
Il processo a carico dei sei presunti jihadisti era partito nel marzo 2017 davanti alla Corte d’Assise di Bolzano, presieduta dal giudice Carlo Busato. Nessuno dei sei imputati ha mai presenziato alle udienze.