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Studi di settore: la crisi fa crollare i redditi

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Il reddito delle persone fisiche cala dell’8% rispetto al 2011 e quello delle società di persone del 6,4%

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NordEst – Gli studi di settore applicati nel 2012 hanno riguardato circa 3,7 milioni di soggetti. Lo rileva il ministero dell’Economia, specificando come, tra questi, solamente il 65 per cento fossero persone fisiche. Il Tesoro rileva, altresì, come rispetto all’anno scorso si sia determinato un aumento del 6,3 per cento di studi rispetto all’anno precedente. Tale dinamica si è verificata in seguito all’uscita di alcuni soggetti dal vecchio regime Iva dei minimi, rimasto in vigore fino al 2011. Tale regime, come del resto l’attuale regime dei minimi, escludeva i soggetti che ne facevano parte dall’applicazione degli studi di settore.

Secondo i dati del Mef, inoltre, l’incremento principale si è registrato nel settore dei professionisti, dove la maggiorazione è stata pari al 19,3 per cento. Sale il numero dei contribuenti ma scende il reddito totale dichiarato pari a 100 miliardi di euro, in calo del 5,8 per cento rispetto al 2011. Ciò è dovuto, ovviamente, agli effetti della recessione, che ha fatto crollare dell’8,1 per cento il reddito delle persone fisiche rispetto al 2011 e del 6,4 per cento quello delle società di persone.

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