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Strigno in festa per la nuova Latteria di Tomaselli: Visita la Mostra online

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Tradizione e innovazione – Si tratta di una struttura che vuole essere non solo un luogo di aggregazione ma anche un preciso centro di riferimento per il nuovo Ecomuseo del Lagorai per valorizzare la tradizione dell’alpeggio e dei mestieri territoriali.

Dal 1902 e fino al 1992 la latteria raccolse e lavorò il latte prodotto nella frazione e nei masi vicini. Una storia che è stata ricordata attraverso le foto della mostra curate da Nereo Tomaselli di Strigno. Con il sindaco Claudio Tomaselli tutta la giunta comunale, l’assessore provinciale Lia Beltrami ed il consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi: con loro anche la vedova dell’ex sindaco Silvio Tomaselli, il presidente del Bim Mariano Tomaselli e diversi autorità civili e militari.

L’inaugurazione –
A nome della frazione sono stati tutti ringraziati da Aldo Tomaselli, presidente del comitato Sant’Agata (da 31 anni impegnati ad animare la vita sociale, ricreativa e culturale di Tomaselli) con il progettista Erica Masina di Borgo che ha illustrato le finalità dell’iniziativa ed i programmi futuri che saranno curati assieme alla Libera Associazione dei Malghesi del Lagorai. La giornata di festa è proseguita per tutto il giorno, allietata in mattina dai canti del coro Lagorai di Torcegno diretto dal maestro Fulvio Ropelato, dalla banda giovanile di Strigno e, nel pomeriggio, dal concerto di musica folk degli Abies Alba.

Nella latteria la storia della caseificazione trentina – Fino alla prima guerra mondiale la malga si confermava ovunque come il maggiore centro di produzione lattierocaseario. Nei due mesi estivi, riferiva nel 1811 l’Hippoliti a Filippo Re, la Valsugana poteva svolgere anche qualche piccolo commercio di burro e formaggio con il vicino Veneto solo grazie alla produzione di malga. La qualità dei latticini sull’alpe era più pregiata "per le migliori qualità delle erbe, che rendono gli animali più abbondanti di latte".

Essendo la produzione quasi esclusivamente legata all’autoconsumo e al riparto tra i proprietari del bestiame, le quantità vendute erano modeste: quasi totalmente vaccino, a differenza del Tesino che aveva mantenuto il medioevale pecorino. Il Riccabona dà notizia di una certa produzione di pecorino anche in Fiemme, grazie ai Lamonati ed Enegoti che pascolavano in Cazzorga e ai Laghetti di Lagorai. Da tempo in Valsugana non si confezionavano più vestiti con la lana di tosatura, contrariamente alle vicine Fiemme, Tesino e Primiero.
Dunque già nel 1811 la Valsugana si presentava, da un lato, come una valle più aperta alle innovazioni rispetto al resto del Lagorai (ad esempio solo qui era diffusa la stabbiatura), dall’altro più vicina all’abbandono delle tradizioni a lei proprie.

Lo sviluppo della prima industrializzazione (serica, del tabacco, segherie, fucine), l’arrivo della ferrovia, le bonifiche agrarie delle paludi e dei Laghi Morti indussero un forte incremento demografico, al quale si cercò di dare una risposta alimentare sia introducendo nuovi cibi (la patata e il mais da polenta) sia incrementando il numero delle vacche da latte. Praticamente la totalità dei pascoli di fondovalle venne loro riservata a scapito delle pecore, allevate solo nelle greggi transumanti.

A questo processo si sovrapposero due elementi di fondamentale importanza: la nascita della politica igienista e della disciplina agraria (con l’istituzione dei primi corsi di formazione della Cattedra ambulante per l’agricoltura dell’Istituto agrario di San Michele e dei servizi veterinari) e la riforma delle produzioni agrarie voluta dall’impero austroungarico per razionalizzare e migliorare la qualità e la quantità delle merci da immettere su un mercato nuovo, aperto dall’inurbamento e dalla rapidità dei trasporti ferroviari.

In questo contesto nacquero i primi caseifici di fondovalle, generalmente ricavati al piano terra di edifici comunali. Scopo sociale era introdurre un vero e proprio sistema di produzione casearia, razionalizzando nei mesi invernali la lavorazione del latte, fino a quel momento esclusivamente casalinga.

 
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