NordEst

Sanità Veneto: con telemonitoraggio -35% dei ricoveri, -19% in pronto soccorso

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Riduzione dei costi per la sanità e minore stress per i malati: ottimi i risultati del servizio, che si pensa già di estendere

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Treviso – Minori accessi al pronto soccorso, riduzione dei ricoveri e delle visite specialistiche con una forte diminuzione di stress per i malati cronici di scompenso cardiaco e per i loro famigliari. Questi, in sintesi, i positivi effetti che può produrre l’introduzione del tele monitoraggio e della telemedicina nell’assistenza ai pazienti cronici del Veneto.

Lo dimostrano i risultati del progetto europeo “Renewing Healt”, cui il Veneto ha partecipato, con il Consorzio Arsenàl.it per l’informatizzazione delle Ullss. assieme ad altre 9 Regioni del vecchio continente, tenendo sotto controllo per un anno con questi metodi 3.332 malati veneti su un totale di poco più 6.000 in tutta Europa.
Il tutto è stato presentato in un incontro svoltosi  a Treviso, nella sede di Arsenàl.it, alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, del presidente del Consorzio Claudio Dario e di numerosi managers sanitari ed esperti del settore.
“I risultati sono strabilianti – sottolinea Coletto – e dimostrano quanto lungimirante sia stata la scelta di partecipare a questo progetto europeo. Abbiamo sperimentato con successo un modello quasi avveniristico per affrontare determinate patologie croniche; ora ne faremo una valutazione costi-benefici ma credo che questo sia il futuro per tutto il Veneto, dove giorno dopo giorno dimostriamo che si può fare meglio spendendo meno, o comunque in modo più oculato, i sempre minori fondi a disposizione. Sottolineo con favore – conclude Coletto – la concretezza di questo progetto: si è lavorato un anno, ma non per riempire tomi di carta ma per dare risposte migliori ai bisogni della gente”.
Da i dati definitivi emersi dal gruppo dei pazienti affetti da scompenso cardiaco (patologia che colpisce 61.000 cittadini veneti pari all’1,24% della popolazione regionale) il progetto dimostra che grazie a sistemi di telemonitoraggio nell’arco di un anno è possibile diminuire del 35% il numero di ricoveri e del 13% la loro durata, del 19% gli accessi al pronto soccorso e del 42% il ricorso a visite specialistiche. La conferma della positività dei dati emerge dalle interviste ai pazienti che affermano che il telemonitoraggio ha permesso loro di usufruire di un servizio che migliora la loro vita e quella delle persone che li assistono, diminuendo i loro stati di ansia grazie ad un supporto qualificato e quotidiano. Ma come funziona Il Progetto Renewing Healt? I pazienti reclutati sono stati costantemente monitorati grazie all’ausilio di dispositivi medici che permettono di inviare ad una centrale unica regionale una serie di parametri vitali (come ad esempio la pressione, il peso, il livello di ossigeno nel sangue, la glicemia, ecc.). Tali dati vengono inviati automaticamente ai medici specialisti o di medicina generale di riferimento per ciascun paziente. Nel caso in cui i valori rilevati siano fuori norma viene attivato un sistema di allarme che prevede l’intervento del medico stesso (attraverso la tempestiva modifica della terapia) fino ad arrivare all’attivazione dei servizi di emergenza tramite 118. Tutti i pazienti sono stati monitorati per un periodo di 12 mesi che si sta concludendo.

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