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Primiero, Ritrovato senza vita sul Monte Vederna il dottor Carlo Bocci, noto nefrologo di Treviso

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A pochi giorni dalla scomparsa di Gianandrea Zanin in Val Canali, un nuovo tragico incidente in quota. Un noto nefrologo di Treviso in pensione è stato ritrovato senza vita sul monte Vederna

 

 

NordEst – È stato individuato intorno alle 17 di mercoledì, il corpo senza vita del dottor Carlo Bocci (nella foto), 75 anni di Treviso, che martedì sera non era rientrato a casa da una escursione sul monte Vederna, dopo l’ultima chiamata alla moglie verso le 13.30.

 

“Le ricerche sono cominciate martedì sera e si sono protratte per tutta la giornata di mercoledì – spiega Johnny Zagonel – responsabile locale del Soccorso alpino di zona – molti noi sono rimasti in piedi tutta la notte, senza un momento di pausa. Sia in mattinata che nel pomeriggio sono stati effettuati dei sorvoli con i droni dei Vigili del Fuoco e con l’elicottero, il quale ha provveduto a portare nella zona delle ricerche altro personale di terra”.

Fatale per lui una caduta

Sarebbe scivolato per circa 100 metri, lungo un pendio in una zona particolarmente impervia.  Per raggiungere la salma sono state effettuate due calate di corda di circa 60 metri l’una da parte degli uomini del Soccorso Alpino.

“Il dottor Bocci – spiegano il comandante dei Vigili del fuoco di Imèr, Alfio Tomas e l’ispettore del Distretto Paolo Cosner – è stato trovato mercoledì pomeriggio in un dirupo nei pressi della località Morosna sotto la cima del monte a una quota di circa 1500 metri. Le ricerche si erano ristrette in quest’area in seguito alla segnalazione di una persona che aveva incontrato l’uomo e grazie al lavoro del cane molecolare (nella foto in azione) che ha lanciato i primi segnali”.

Dal pomeriggio di mercoledì è stata inoltre autorizzata la localizzazione della cella telefonica che ha ristretto l’area operativa. Poco dopo il ritrovamento in zona di un cappellino e poi dei bastoncini, subito più in basso il Soccorso alpino ha ritrovato l’uomo. Bocci era molto attrezzato e aveva portato anche una cartina della zona, pianficando il percorso.

Il dottor Carlo Bocci, 75 anni di Treviso, era un nefrologo molto noto in Veneto. Aveva operato per molti anni al Ca’ Foncello, l’sopedale di Treviso. Era in vacanza a Transacqua con la moglie dove viveva in un appartamento di via Venezia. Una persona cordiale e distinta, secondo i vicini di casa, che lo hanno conosciuto.

Il recupero con l’elicottero

Le operazioni di recupero – particolarmente complicate  in quota – sono state effettuate dall’elicottero con il verricello e si sono concluse verso le 19.30. La salma è stata portata alla camera mortuaria di Transacqua (Pieve).

L’elicottero sale a Morosna tra alberi e rocce

70 uomini in azione giorno e notte

In totale nell’operazione sono state coinvolte circa una settantina di persone tra gli uomini dell’Area operativa Trentino Orientale e Settentrionale del Soccorso Alpino, i Vigili del Fuoco, la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia di Stato. Oltre alle unità cinofile del Soccorso Alpino, della Guardia di Finanza, della Scuola Provinciale Cani da Ricerca e Catastrofe e della Polizia di Stato, i Carabinieri e mercoledì sono intervenuti due cani molecolari provenienti da Merano e Bergamo. Sul posto sono intervenuti anche i Nu.Vol.A. che hanno preparato i pasti per le squadre impegnate nelle ricerche.

Il Monte Vederna
  • In breve

Giornata impegnativa per il Soccorso Alpino in tutto il Trentino – Oltre alle ricerche sul Monte Vederna, l’Area operativa Trentino Orientale ha prestato soccorso a una donna in difficoltà nella zona del lago Juribrutto e a un biker feritosi al Bike Park della Tognola a San Martino di Castrozza.

L’Area operativa Trentino Settentrionale ha effettuato quattro interventi – Le squadre di terra sono intervenute prima sul Monte Agnello in Val di Fiemme e poi al rifugio Vajolet in Val di Fassa in aiuto a due persone impossibilitate a proseguire a causa di traumi agli arti inferiori. L’elicottero ha poi recuperato un uomo con dolori toracici al Rifugio Forcella Pordoi in Val di Fassa e una donna feritasi sul sentiero che da passo Feudo porta al Rifugio Torre di Pisa in Val di Fiemme.

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