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Primiero, il Patt sulle Comunità: modello Fassa e Giunta dei sindaci

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Comunità e campagna elettorale d’autunno

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Primiero (Trento) – “Il futuro delle Comunità di Valle – scrive in una nota il Patt di zona – tiene banco nel dibattito politico in questi giorni: stiamo presumibilmente assistendo ad un primo assaggio della schermaglia elettorale di ottobre, e non è un caso se il terreno del contendere si apre prima di tutto sulla riforma istituzionale che ha dato origine all’Ente intermedio tra Comuni e Provincia. Non a caso, vista l’ampia portata della riforma e viste le aspettative che essa aveva creato nella classe politica e nella popolazione tutta.

A distanza di più di due anni dall’elezione diretta dei rappresentanti nelle assemblee di Comunità, il meccanismo di funzionamento sembra aver mostrato alcuni limiti e carenze alle quali necessariamente il governo che uscirà dal confronto elettorale dovrà mettere mano. Sono due in particolare, a mio avviso, i limiti dimostrati finora dalla macchina istituzionale che la riforma ha messo in moto: uno insito nelle modalità attuative della riforma ed uno dovuto ad una scarsa percezione da parte della popolazione di quanto le Comunità possono contribuire a fare per la gestione pratica del nostro territorio.

Nel primo caso la riforma ha creato una forte aspettativa in chi avrebbe preteso ed auspicato un drastico ridimensionamento dei “poteri” o delle competenze dei Comuni a favore di un poderoso ed immediato accentramento, in un’ottica dettata anche dalla cogente crisi economica: minori costi, risparmi immediati di denaro pubblico, razionalizzazione dei servizi. Il tutto privo però di una capacità impositiva riguardo ai diritti ed ai doveri che dovevano caratterizzare il rapporto tra i soggetti amministrativi presenti sul territorio.

In altre parole, in mancanza di una chiara ed inequivocabile distribuzione delle competenze. Dall’altra parte si è visto che l’aspettativa e l’eccitazione creata nella popolazione dalla novità delle assemblee ad elezione diretta sembra durata lo spazio della campagna elettorale, se la giudichiamo dalla presenza dei cittadini alle stesse assemblee e dalla partecipazione alla consultazione referendaria sull’abolizione che, pur essendo stata una sconfitta per i proponenti, Lega in testa, non va certo sottovalutata nascondendo la testa sotto la sabbia.

Per noi del PATT – si legge nella nota –  che abbiamo appoggiato la riforma in termini netti, essa aveva anche il valore aggiunto, non trascurabile per una forza dal forte radicamento identitario come la nostra, di tracciare le linee guida di una necessaria razionalizzazione dell’apparato amministrativo d’ambito, con il vantaggio, assolutamente imprescindibile, di salvaguardare le identità municipali, che formano da sempre il tessuto portante sociale ed economico di questa nostra provincia autonoma. I trentini sono sempre stati attaccati ai loro Comuni, veri presidi territoriali di quell’autonomia cercata e voluta da sempre, ma ottenuta solo nel secondo dopoguerra, non a caso nel momento stesso in cui la nostra gente, ripristinava con orgoglio i vecchi municipi abolendo con un tratto di penna le forzose unioni volute dal fascismo.

Ma siamo arrivati al giorno d’oggi e purtroppo, il clima di contrapposizione creato, più o meno volutamente ed artificiosamente, tra le Municipalità e le Comunità di Valle non ha permesso un completo dispiegarsi delle potenzialità della riforma: la Comunità stenta a farsi riconoscere e percepire dalla gente che magari ne apprezza i servizi non sapendo neppure, il più delle volte, da chi sono gestiti ed erogati. Il Comune, per contro, si sente defraudato dei suoi diritti. E’ comunque un dato di fatto che non si possano gestire le mille problematiche di un territorio con una conflittualità continua tra gli enti e senza una comunione d’intenti ed un’unità di obiettivi: questo è ciò che si percepisce in maniera forte, sia che lo si viva con frustrazione dall’interno delle istituzioni, sia che lo si legga tra le righe di qualche articolo di giornale.

Siamo comunque convinti che dalla riforma non si torna comunque indietro: non è cancellando le Comunità di Valle che si risolvono i problemi; anzi, la gestione di alcuni servizi sarebbe impensabile a livello comunale. Ma bisogna anche assicurare una presenza più forte dei Comuni, attraverso i loro massimi rappresentanti, votati a maggioranza dalla popolazione, all’interno della giunta della Comunità, con compiti ed obblighi ben chiari e deleghe precise e puntuali, e con un’assunzione di responsabilità nei confronti dell’intero ambito territoriale.

L’esempio del Comun General de Fascia

Potrebbe essere quello da seguire – scrive il Patt – un presidente eletto tramite una consultazione popolare, forte cioè del consenso della popolazione dell’intero ambito e non solo di una sua parte geografica, con una giunta formata dai Sindaci, a cui vengano affidati i vari assessorati, ed un’assemblea mista (per una parte elettiva e per una parte di nomina municipale) che ratifichi le scelte operate dalla giunta. In fondo, perchè il sistema adottato dai nostri vicini della val di Fassa non dovrebbe funzionare anche da noi?

Credo che la creazione di un tavolo di governo siffatto costituirebbe un momento di costante dialogo e confronto tra i Comuni della valle, con la mediazione del Presidente e la vigilanza dell’Assemblea. Ed accanto a compiti e deleghe ben suddivisi e precisi ben venga anche per i Comuni la possibilità di mantenere gestioni associate già in essere, o unioni che abbiano dimostrato di saper funzionare e rispondere da vicino ai problemi

dei cittadini, ma con un obbligo di budget massimi di spesa, stabiliti dalla Provincia, che, se non rispettati, facciano scattare l’obbligo di accentrare il servizio in Comunità di Valle. Il tutto senza forzature e senza appesantimenti delle strutture esistenti, inaugurando una nuova stagione di dialogo tra gli Enti presenti, a tutti i livelli, sul territorio.

Il buon senso – conclude la nota – la capacità di mediazione, la cultura della praticità, tanto cara alla nostra gente, deve tornare finalmente davvero a prevalere”.

 

Marco Toffol

Presidente Partito Autonomista Trentino Tirolese

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