Confermati inoltre nuovi servizi di postamat (dove non ci sono), collaborazione con i tabaccai per farli diventare ‘punti’ Poste e abbattimento delle barriere architettoniche
Il dialogo con i piccoli Comuni
Gli impegni di Poste
L’intervento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte all’incontro, organizzato da Poste Italiane e Anci, con i Sindaci dei piccoli Comuni.
Mi rivolgo soprattutto a voi Sindaci che oggi siete così numerosi, circa tremila. Veramente grazie per questa accoglienza. Presidente Bussone anche a lei un saluto e a tutti gli ospiti presenti. La coesione territoriale è una delle sfide più importanti che questo Governo che ho l’onore di guidare sta raccogliendo. Ecco perché è un piacere essere qui in questa occasione e ringrazio davvero Poste Italiane per aver promosso questa iniziativa e averla resa possibile in una giornata che coniuga il tessuto della tradizione economico-sociale del nostro Paese con la solidarietà virtuosa, l’orgoglio di campanile e l’innovazione. Una delle caratteristiche che rende unica l’Italia nel mondo è la ricchezza del patrimonio culturale e antropologico custodito nei nostri Piccoli Comuni, che rappresentano il 70% del totale dei Comuni Italiani e nel cui territorio risiede quasi un quarto della popolazione nazionale. La storia dei Piccoli Comuni italiani è una componente essenziale della nostra narrativa nazionale e si intreccia con le esperienze e il vissuto di ciascuno di noi. Anche mio personale.
Io stesso sono nato in un piccolo centro, mio padre era un Segretario comunale. Posso dire di essere stato testimone diretto di quanto siano preziose le memorie che le comunità locali custodiscono, sia del lavoro quotidianamente svolto nelle piccole amministrazioni.
I Piccoli Comuni racchiudono l’anima, la tradizione civica italiana. I tanti campanili, tuttavia, non sono solamente una ricchezza in termini di tradizione, patrimonio culturale e opportunità economiche per il turismo. I Piccoli Comuni sono un fondamentale presidio per la cura del territorio, per la tutela del paesaggio, per la difesa dal dissesto idrogeologico.
E sappiamo purtroppo, anche in ragione dei recenti tragici eventi legati al maltempo, di quanta cura sia necessaria per proteggere e preservare il nostro territorio.
In una parola, i Piccoli Comuni sono la ‘frontiera’ dell’impegno di questo Governo, proprio in alcuni ambiti da noi ritenuti fondamentali. Lavorando per la difesa dell’ambiente e per lo sviluppo di infrastrutture materiali e immateriali, non siamo soltanto convinti di costruire un’Italia più moderna ed efficiente, ma anche abbiamo la certezza di garantire un futuro alle piccole comunità.
Il futuro – come diceva uno scrittore – ha un cuore antico, e noi vogliamo che il futuro sia davanti a noi, non alle nostre spalle. Un futuro degno della storia di una parte così importante del nostro Paese.
In questo senso, Poste Italiane, per la sua capillare presenza sui territori, per la sua prossimità ai cittadini, per la sua tradizione di avanguardia nell’erogazione di servizi, di sicuro potrà essere al fianco del Governo per costruire un’Italia ancora più unita, coesa e solidale, un’Italia, dalla periferia al centro, dalle metropoli alle aree più svantaggiate e rurali, più “vicina” e più raggiungibile. Noi siamo al lavoro per ridurre le distanze, non solo sul piano infrastrutturale, attraverso un poderoso piano di investimenti, ma anche sul piano tecnologico. Siamo al lavoro per rendere la tecnologia alla portata di tutti, soprattutto per quello che riguarda l’utilizzo dei servizi digitali erogati dalle pubbliche amministrazioni, nel quadro di un più generale disegno riformatore di semplificazione amministrativa. Anche di questo ho avuto occasione di parlare l’altra sera a Bruxelles, nel mio incontro con i vertici della Commissione europea, ai quali ho particolarmente illustrato, nel suo insieme, il programma di riforme del Governo, tutte le azioni che abbiamo già posto in essere e che stiamo varando nelle prossime settimane, per incoraggiare gli investimenti e per sostenere l’economia e lo sviluppo tecnologico del nostro Paese. La semplificazione dei procedimenti amministrativi, in questo contesto, è solo uno dei diversi interventi in cantiere, che vanno dal riassetto normativo alle codificazioni di settore – ne vareremo presto di molteplici – alla stessa semplificazione fiscale, alla riforma organica della disciplina degli appalti per consentire anche a voi di poter operare più efficacemente, alla riforma riguardante la crisi di impresa e l’insolvenza, che abbiamo appena completato, e a tante altre riforme. Tornando al senso di questa giornata, ogni azione volta a combattere lo spopolamento e il depauperamento di queste preziose realtà locali merita di essere celebrata, ed è qui anche la ragione della mia presenza, perché è posta a salvaguardia la nostra identità.
L’Ufficio Postale costituisce da sempre, nel sentimento degli italiani, un presidio dello Stato e la sua presenza rappresenta un elemento di fiducia nel futuro, oltre che un indubbio sostegno all’economia locale e alla pubblica amministrazione stessa per lo svolgimento di alcuni servizi pubblici. L’Ufficio Postale inteso come “Azienda di comunità” non può che contribuire positivamente alla coesione sociale, economica e territoriale del nostro Paese.
Queste aziende di comunità, circa 13 mila in tutta Italia, costituiscono una trama fittissima di servizi che collegano l’Italia intera.
E la decisione di Poste Italiane di mantenere aperti gli uffici postali nelle aree disagiate del Paese risponde proprio alla finalità di contribuire direttamente a ridurre le differenze territoriali nell’erogazione delle differenti prestazioni pubbliche. Sappiamo, inoltre, quanto sia importante la collaborazione e la sinergia a tutti i livelli istituzionali. Con il Sindaco Decaro ad esempio, e lui stesso lo ha ricordato e gliene sono grato, nelle scorse settimane ci siamo confrontati più volte e, attraverso il dialogo e il confronto, siamo riusciti a superare alcune difficoltà. Perché, desidero ribadirlo, questo Governo sa ascoltare, lavora negli interessi di tutti i cittadini ed è aperto alla massima collaborazione istituzionale.
Lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese si basa, infatti, non solo sull’impegno reciproco di tutti i soggetti operanti nei Piccoli Comuni, ma anche sui rapporti di leale collaborazione tra istituzioni, a tutti i livelli di Governo. Con questo spirito inclusivo e con questo approccio pragmatico, che sta segnando la nostra azione di Governo, abbiamo cercato di accogliere nella legge di Bilancio 2019, attualmente all’esame del Parlamento, varie istanze che vanno in questa direzione.
Abbiamo stanziato 80 milioni di euro grazie ai quali sarà possibile, per circa 5.000 enti comunali, rinegoziare i mutui contratti con il Ministero dell’Economia e delle Finanze: i Comuni potranno quindi pagare rate minori e più eque.
Ma stiamo facendo ancora molto altro, molto di più. Stiamo mettendo a punto delle iniziative che potranno agevolarvi a ripagare i debiti che avete con i vari fornitori. Con la legge di Bilancio istituiamo il “Fondo per gli investimenti territoriali”, con una dotazione di 9 miliardi di euro nell’arco del prossimo triennio. Questo fondo nasce proprio per garantire agli enti locali le risorse necessarie ad attuare nuovi programmi di edilizia pubblica, la manutenzione della rete viaria, la prevenzione del dissesto idrogeologico e del rischio sismico, nonché la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
Lo sottolineo, questi sono fondi destinati espressamente agli enti locali. Non esauriscono la programmazione degli interventi nazionali. Vogliono però costituire il primo tassello di una nuova e più concreta azione a sostegno dei territori, dopo anni di tagli indiscriminati, che hanno pesato proprio sulle istituzioni più vicine ai cittadini. Non mi sfugge la vostra richiesta dei decreti attuativi e le Leggi dei piccoli Comuni. Lavoreremo anche a questa richiesta, permettetemi di approfondire il tema, e permettetemi anche di continuare a lavorare con l’aiuto dei miei ministri a reperire ulteriori risorse a vostro favore. Inoltre, sono state liberate risorse per finalizzare progetti concreti volte a favorire le zone più difficilmente raggiungibili del territorio nazionale, ove peraltro sono presenti numerosi Piccoli Comuni. In questo senso, è stata rafforzata la Strategia nazionale per le Aree interne, già avviata dai Governi precedenti, attraverso la predisposizione di Accordi di programma quadro, con l’obiettivo di migliorare sensibilmente la qualità della vita dei cittadini che risiedono in quelle realtà territoriali, rendendo più accessibili i servizi essenziali.I fondi di coesione finora non hanno raggiunto gli obiettivi sperati. Dobbiamo essere attenti su questo. Rischiamo, per questo di perdere risorse nella nuova programmazione. Il Ministro Lezzi – titolare delle Politiche di Coesione a livello nazionale e non solo per il Meridione – ha già assunto l’impegno di aprire un nuovo negoziato con l’Unione europea, per superare gli attuali ostacoli e coinvolgere in modo più incisivo tutti i ministeri interessati. Non è più il tempo degli interventi spot, dettati solo dalle emergenze. Occorre offrire all’Italia una prospettiva completamente nuova, quella di chi investe per il progresso. Trovare un adeguato bilanciamento tra esigenze di mercato e del territorio, coniugando la propria missione industriale con quella sociale, è fondamentale per la crescita sostenibile del nostro Paese, ma non sarebbe sufficiente se venisse meno la collaborazione con i diversi livelli istituzionali e quindi con voi.