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Piccole latterie di montagna, un patrimonio da salvare

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Finanziamento messo a disposizione dalla nuova Unione Montana nella val Belluna scongiura per il momento il pericolo di abbandono dell’attività

MUCCA

Belluno – “Il supporto dato dalla Unione montana per garantire la continuità di sei piccole latterie cooperative locali dimostra, da solo, quanto possa essere importante il ruolo di enti di questo tipo in aree dove molti frequentatori di palazzi, soprattutto romani, non penserebbero mai di andare a risiedere: troppo scomodo e dispendioso”. Così il presidente della Regione del Veneto commenta la notizia del finanziamento messo a disposizione dalla nuova Unione Montana nella val Belluna per accompagnare l’attività di questi organismi che supportano l’attività zootecnica, senza la quale ci sarebbe solo l’abbandono.

“Il sistema di produzione e la cooperazione lattiero casearia bellunese hanno vissuto profondi mutamenti e riorganizzazioni negli ultimi decenni e hanno anche saputo proporre e imporre la qualità delle loro produzioni sul mercato. Ma non c’è dubbio che svolgere questa attività in montagna non è solo più scomodo – afferma il governatore – ma soprattutto ha costi più alti della medesima attività in pianura. Qui però il puro costo aziendale non può essere preso come unico parametro per stabilire l’utilità e la convenienza di una attività , perché i bilanci “imprenditoriali” non conteggiano i costi sociali. Che non significano in questo caso “assistenza” ma conservazione delle condizioni stesse per le quali il territorio montano può essere produttivo anche per l’industria, l’artigianato, il terziario e il turismo”.
“Come Regione siamo impegnati, non solo statutariamente, a sostenere la montagna e in questo caso la sua agricoltura, con le norme e le risorse possibili. Lo sforzo è notevole, e si è tradotto nella destinazione alle aree montane di quasi il 40 per cento delle risorse del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2014, del quale il 50 per cento delle domande finanziate erano di imprese ubicate in montana. Anche con il più recente provvedimento rivolto al settore primario abbiamo destinato un quarto delle risorse per i giovani e gli investimenti aziendali a queste zone difficili – conclude il presidente del Veneto – con l’auspicio che possa essere anche colmato il divario di disponibilità economica che oggi esiste, ed è pesante, tra la montagna italiana veneta e la montagna italiana sudtirolese, trentina e friulana. E questo anche se ci troviamo di fronte ad un impegno di ricentralizzazione statale che ha i toni dell’incostituzionalità”.

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