NordEst

OMG tossici, Luca Zaia: “Sospendere autorizzazioni”

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Ogm: studio choc in Francia, il mais e’ fortemente tossico – Il mais ogm e’ pesantemente tossico e spesso provoca la morte, almeno nelle cavie da laboratorio. E’ la scioccante conclusione di uno studio condotto in Francia da un’equipe guidata dal professore di biologia molecolare dell’Universita’, Gilles-Eric Seralini, e pubblicato dalla rivista americana ‘Food and Chemical Toxicology’, autentica autorita’ in materia di tossicologia alimentare. Secondo il Nouvel Observateur, che oggi pubblica il dossier, si tratta di una vera e propria ‘bomba’ dal punto di vista scientifico, sanitario, politico e industriale, che ha ‘polverizzato’ la verita’ ufficiale, ovvero che gli organismi geneticamente modificati sono innocui.
La ricerca ha preso in esame due prodotti della multinazionale americana Monsanto, il mais Nk 603 (che nella Ue non puo’ essere coltivato, ma e’ legalmente importato) e di un erbicida, il Roundup, l’erbicida piu’ venduto al mondo. Il team francese ha utilizzato 200 ratti, divisi in diversi gruppi e ha scoperto che le morti premature e i tumori erano molto piu’ alti negli animali, specialmente le femmine, che erano stati nutriti con il mais ogm, o con un mais normale trattato con il Roundup. Il governo di Parigi si e’ mosso subito. ‘Ho chiesto un’indagine rapida, al massimo entro poche settimane, che ci consenta di stabilire la validita’ scientifica di questo studio’, ha deto il primo ministro, Jean-Marc Ayrault. ‘Se i risultati saranno confermati, il ministro dell’Agricoltura, Stephane Le Foll, chiedera alla Ue di mettere al bando questi ogm’. 
 
Luca Zaia, presidente del Veneto, non ha tentennamenti: “sono sempre stato contrario agli OGM e, a fronte di un’ulteriore conferma della tossicità di produzioni geneticamente modificate, accertata da una ricerca francese – afferma – ogni discorso di tipo procedurale passa in secondo piano. Qui non si tratta più di possibile inquinamento di produzioni autoctone e del mercato, ma di salute”.
“Mi auguro che questa ricerca, “vera” ricerca, convinca anche gli assertori in buona fede dell’uso di questi prodotti a rivedere le loro posizioni – conclude Zaia – perché con la sicurezza alimentare non si può né rischiare, né tantomeno lucrare”.
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