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Nutrie: dalla regione Veneto linee-guida ai comuni per eliminare i roditori

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Via libera a trappole e doppiette, no ai veleni

volpe nutria

Venezia – Via libera alla lotta alle nutrie, il roditore originario del Sud America che tanti danni causa a colture e corsi d’acqua del Veneto. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità Luca Coletto di concerto con l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, ha dato le direttive ai Comuni per disciplinare la caccia alla specie infestante.

“In base alla nuova normativa nazionale – spiega Pan – le nutrie non sono più considerate fauna selvatica, e quindi controllabile solo con piani di abbattimento selettivo predisposti dalle Province, ma sono state riconosciute “specie nociva”, alla stregua di altri animali infestanti e dannosi, come topi e talpe. La gestione del problema passa quindi ai Comuni, che ora possono impiegare tutti gli strumenti consentiti per eliminare questi animali, che rappresentano un grave pericolo per le produzioni agricole, l’incolumità pubblica, la circolazione stradale e la tenuta arginale dei corsi d’acqua”.

Nel fornire alle amministrazioni comunali indicazioni uniformi su come contrastare i pericoloso roditore, la Regione vieta di fare ricorso a veleni e rodenticidi “in quanto metodi non selettivi” e suggerisce, invece, la cattura mediante gabbie-trappole e la soppressione in loco delle nutrie catturate con carabine, fucili ad aria compressa o altri mezzi che “non comportino il maltrattamento degli animali”. La soppressione dei roditori dovrà essere “eutanasica”, cioè nel minor tempo possibile dal momento della cattura, con strumenti che non ne comportino il maltrattamento. Il provvedimento regionale fornisce ai Comuni anche indicazioni specifiche per la raccolta e lo smaltimento delle carcasse, che potrà avvenire negli stessi luoghi di cattura, quando il posizionamento delle trappole avviene in luoghi di difficile accesso. “Via libera alla caccia alle nutrie – concludono Pan e Coletto – ma i Comuni dovranno intervenire con modalità sostanzialmente analoghe a quelle adottate sinora dalle Province, secondo le indicazioni dell’Ispra e l’ordinamento ministeriale vigente”.

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