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“No al Veneto Indipendente”, Editoriale dei nove direttori dei settimanali diocesani del Veneto (VIDEO)

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All’indomani del referendum on line sulla separazione della regione dall’Italia

venezia

 >Guarda il servizio su ‘Veneto Indipendente’ su Gazebo Rai3 (9’07”)

Nordest – Lo confessiamo: non abbiamo votato al referendum on line per la separazione del Veneto dall’Italia. Stando ai numeri, almeno un elettore veneto su due avrebbe aderito alla proposta di staccare la nostra regione dal resto del Paese.

Al di là dei numeri (sulla cui attendibilità non si può non dubitare) è necessario valutare il segnale e il merito stesso della proposta indipendentista.

L’esito di questo referendum-sondaggio non va sottovalutato. Si aggiunge ai tanti indicatori di un malessere diffuso anche in Veneto. Si tratta di un disagio amplificato da una crisi economica che non trova soluzioni immediate, da uno Stato centrale che appare, a molti, sempre più lontano, da una politica che fatica a riguadagnare la china della credibilità. E così si affaccia all’orizzonte “la questione veneta” dopo che per più di vent’anni ha tenuto banco la questione settentrionale senza, peraltro, ottenere nulla di significativo.

Il voto venetista s’inquadra in un contesto europeo dove spira un vento freddo nei confronti degli stati nazionali e gelido nei confronti dell’Europa. L’esito del referendum è stato accolto, non a caso, con attenzione all’estero dove crescono le preoccupazioni per le tensioni indipendentiste (dall’Ucraina alla Gran Bretagna, dalla Spagna al Belgio).

Il referendum segnala una difficoltà esistente e persistente alla quale vanno date risposte politiche. A tale riguardo va detto, senza timori e tentennamenti, che quello indipendentista è un progetto sbagliato, antistorico e impraticabile. Il prerequisito per qualsiasi proposta che punti a una risposta al grido che viene dai nostri territori è che sia credibile e percorribile e non inganni nessuno. Il disegno venetista non appare né credibile, né percorribile. Oggi più che mai, mentre il “miracolo del Nordest” ci appare già malinconicamente alle spalle, dobbiamo avere la consapevolezza che l’attuale crisi può essere vinta e superata solo se si è tutti uniti. L’Italia ha bisogno del Veneto e dell’Europa e il Veneto dell’Italia e dell’Europa.

Gli scandali di questi ultimi anni, sull’uso di denaro pubblico che da Nord a Sud hanno attraversato molti Consigli Regionali e non solo, hanno evidenziato il fallimento delle Regioni proprio di fronte alla prova di una rinnovata e maggiore responsabilità. Nonostante questo restiamo convinti che il futuro dell’Italia passi per una compiuta riforma federalista, che sappia valorizzare ogni livello istituzionale secondo quel principio di sussidiarietà che tanti, a parole, evocano ma che è rimasto fin qui sostanzialmente ignorato nei fatti. Per vent’anni la politica ha saputo partorire solo riforme parziali o grossolane, dal titolo V alla “devolution”, mentre i problemi si acuivano. È tempo di una svolta sostanziale. Ma per tutto questo serve una politica davvero vicina alla gente, che metta al centro la ricerca del Bene comune, il rispetto della legalità, l’efficienza della macchina pubblica.

Con le Elezioni Europee alle porte dobbiamo decidere se innalzare muri o se rafforzare i ponti pericolanti che esistono e magari farne qualche altro… Altro che Veneto indipendente!!

I Direttori dei settimanali diocesani del Veneto

 

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