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Lavarone, restano 7 delle 24 migranti ospitate in canonica, 4 pakistani a Fraveggio. La Diocesi accoglierà 250 profughi

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Per queste sette profughe, venuta meno la struttura che le ospitava, la Diocesi mette ora a disposizione la canonica di Lavarone Cappella

Lavarone (Trento) – “Abbiamo individuato una soluzione che non cancella del tutto l’esperienza di
integrazione realizzata a Lavarone. Mi auguro si possa anche in futuro percorrere ogni strada possibile per offrire ai richiedenti protezione internazionale accoglienza da parte delle nostre comunità”. Così l’arcivescovo Lauro commenta la notizia dell’accordo tra Diocesi di Trento, amministrazione comunale di Lavarone e Provincia Autonoma (Cinformi) – all’interno del più ampio e ancora interlocutorio confronto di venerdì pomeriggio in Provincia in merito al progetto complessivo di accoglienza di Diocesi e Astalli –, accordo grazie al quale potranno rimanere sull’altopiano sette delle ventiquattro migranti, vale a dire le giovani che avevano già trovato lavoro
in zona e l’avrebbero perso a causa del previsto trasferimento.

Un’altra canonica, quella di Fraveggio, in valle dei Laghi, si prepara ad aprire le porte a
un gruppo di pachistani (quattro per ora), in possesso del permesso di soggiorno per motivi religiosi, finora ospitati dalla Diocesi a Trento. La comunità di Fraveggio, coordinata dal parroco, sta definendo le modalità di accoglienza. Un primo incontro si è svolto nella serata di giovedì.

Sul tema dell’accoglienza l’arcivescovo Lauro aveva preso posizione più volte negli ultimi mesi, invitando la comunità cristiana ad aprire le porte: “Chi non ospita rinuncia a vivere” spronava in cattedrale a inizio anno nella Solennità dell’Epifania. Pochi giorni fa, nella Messa delle Ceneri, sempre in Duomo, un nuovo appello: “La paura dell’altro genera scontro, la persona forte non teme l’incontro. La Chiesa è chiamata ad uscire in mare aperto”.

L’incontro tra Diocesi e PAT. La Provincia, rappresentata nell’incontro oltre che dal presidente Fugatti e dal vicepresidente Tonina, dal direttore Generale Paolo Nicoletti, dal responsabile del Dipartimento Salute e Politiche Sociali Michele Bardino e dal referente del Cinformi Pierluigi La Spada, sta lavorando di pari passo con le valutazioni tecniche e progettuali di Diocesi e Centro Astalli, con i quali è stato trovato un punto di convergenza per permettere nei prossimi mesi il compimento graduale del percorso di accoglienza. Al tavolo hanno partecipato don Cristiano Bettega e Roberto Calzà, rispettivamente Delegato dell’Area Testimonianza e Impegno sociale e Referente per la pastorale missionaria e delle migrazioni della Diocesi di Trento, Stefano Graiff e Stefano Canestrini, rispettivamente presidente e coordinatore del Centro Astalli Trento.

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