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Antonio Abel e le Dolomiti inesplorate: fu tra i pionieri del turismo trentino

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In una storica guida turistica raccontò le Dolomiti da Primiero e le Pale di San Martino di Castrozza, agli inizi del ‘900. Prima di Battisti, presentò la valle in italiano, tedesco e (novità per il periodo) anche in inglese. Si scopre così che “salire in carrozza da Fiera a Passo Rolle costava 18 corone con 1 cavallo e 24 con due”

Ingresso della miniera sul versante austriaco del rio Pezea, più nota come “Val delle Moneghe” nella zona di Sagron Mis

di Ervino Filippi Gilli

San Martino di Castrozza (Trento) – Antonio Abel per la Valle di Primiero può a buon titolo essere definito una “meteora” nel senso che venne, lasciò un segno che ritengo importante e se ne andò: di madre lingua tedesca, fu dal 1901 fino ad un anno imprecisato direttore delle miniere della parte austriaca sul rio Pezea a Sagron (si tratta della più nota “Val delle Moneghe” a Sagron Mis).

Minatori nel 1854

Le miniere, stando alla stampa dell’epoca1, “ebbero inizio nel 1854 e ne era proprietaria una società veneta, la quale aprì due gallerie sulla destra del torrente Pezzea, ora territorio italiano […]. La superiore era stata denominata O Connor, l’inferiore Zanchi, e fino al 1875, anno in cui vennero abbandonate, avendosi dovuto lottare contro infinite difficoltà, attesa la natura del terreno e perché si credevano esaurite, vennero estratti circa 350 mila kg di mercurio [quantitativo che credo decisamente eccessivo N.d.r.]. Anche sulla sinistra del Pezzea fu aperta una galleria, così detta di Primiero, ma senza pratico risultato. Tre anni fa, dopo insistenti pratiche presso l’I.R. Governo, una società viennese ottenne la concessione di ricerca. Allora si diede mano ai lavori di sgombero della vecchia galleria di Primiero ed all’escavazione di nuove, ma con poco successo, finche l’anno passato arrivò il nuovo direttore della miniera sig. Antonio Abel, alla solerzia ed abilità del quale si deve, se l’esito delle ricerche fu tanto felice da poter prevedere che tale miniera diverrà una delle più importanti del genere.”

1 Primiero, Le miniere di cinabro solforato in Vallalta presso Sagron Articolo siglato p.G.L. La Voce Cattolica 01/08/1903 pag.3 n° 173

 

Ma non solo per la ricerca mineraria passò agli onori della cronaca l’Abel: fu uomo dal carattere difficile (forse anche un attaccabrighe e sulla stampa vengono riportati alcuni episodi spiacevoli che lo riguardano) che mal si adattò a vivere nella parte italiana del Tirolo.

Pioniere e promotore del turismo

Nonostante questo dimostrò un certo fiuto per gli affari in campo turistico: oltre ad aprire a San Martino quello che oggi potremmo definire un “Bar bianco”, redasse infatti una guida turistica, antecedente a quella più nota di Cesare Battisti nel 1910 (quest’ultima data alle stampe su incarico della Società di Abbellimento e per l’Incremento Turistico dei Forestieri), che ha il pregio di essere scritta sia in italiano che in tedesco ma soprattutto (e qui la novità) in inglese.

La guida viene descritta su La Voce Cattolica del 20 maggio 1904

Prima pagina della guida. Si menziona anche una carta topografica che non risulta però sia stata edita

“Notizie ed escursioni in 15 carte”

“E’ un comodo ed elegante libriccino che contiene molto in poco (per questo sa un tantino di sale; costa cor. 1.20 ed ha 15 carte!) Arricchito di 12 splendide vedute e scritto in tre lingue diverse, italiana, tedesca, inglese che senza contrasto se ne stanno unite in tre colonne diverse su ogni pagina.” La guida può essere divisa idealmente in due parti: una più generale che fornisce notizie di pubblico interesse ed una dedicata agli abitati ed alle escursioni ad essi collegate.

Nelle prima parte, tra le tante informazioni che si possono ricavare da questo volumetto di una quindicina di pagine, si viene a sapere, ad esempio, che salire in carrozza da Fiera a Passo Rolle costava 18 corone con 1 cavallo e 24 con due, che per andare e tornare (ma solo con due cavalli) a Castel Pietra si spendevano 10 corone; una guida alpina (ne vengono menzionate 16) per accompagnare il cliente sulla Fradusta dal rifugio Canali chiedeva 14 corone, mentre da San Martino 12; anche la salita da Fiera al Sasso Padella è indicata ed ha un costo di 13 corone, mentre per raggiungere la cima del Pavione partendo sempre da Fiera di corone bisognava sborsarne 10.

Nella seconda parte della guida vengono descritte le due località di Fiera di Primiero e San Martino: per ciascun abitato vengono indicate le principali notizie di interesse turistico quali le stazioni ferroviarie più vicine, la presenza di ufficio postale, farmacia, “bagno a nuoto”, banca, negozi, hotels ed alberghi. Vengono inoltre descritti, nella parte dedicata a Fiera, alcuni degli edifici storici più importanti.

Per gli altri abitati della valle sono indicate solo poche note quali, ad esempio, la presenza di miniere di rame a Caoria.

Passando a San Martino nel volumetto si trova inizialmente l’elenco degli Hotels: ad aprire la lista è l’Hotel Panzer che si scrive sarà aperto nel 1906 ed a seguire gli altri hotels ovvero l’Alpenrose, l’Hotel Dolomiti, il Des Alpes e gli alberghi Cimone e Rosetta. L’unico negozio citato è il Bazar Gadenz mentre viene nominato un bar bianco ovvero l’Abel’s Meierei a Villa Crescini (nella foto qui sotto ndr). Segue l’elenco delle escursioni possibili con i vari tempi di percorrenza.

Villa Crescini a San Martino chiamata sulla guida Abel’s Meierei ed ora Villa Col (Cartolina appartenente alla collezione di Marco Toffol)

Credo che lo scrivere una guida turistica di questo tipo sia stato uno sforzo encomiabile per i tempi: è altrettanto vero però che la guida era un po’ carente avendo tralasciato, forse volutamente, numerose informazioni puntando l’attenzione su alcuni aspetti a discapito di altri.

Le polemiche sulla stampa

Ciò causò sulla stampa provinciale una velenosa polemica con il giornale Il Popolo. Sotto il titolo Fiera di Primiero: come i tedeschi sanno farsi la reclame del primo giugno 1904, l’articolista Delpho scrive: “Davvero che un aborto simile non fu mai veduto. L’egoismo che lo ha ispirato non ha limiti. Eccone alcuni esempi: Sotto il titolo Hotels viene messo, primo di lista, l’Albergo Aquila Nera, notando che in questo vi si trovano cavalli da sella, e accanto a questo nome si trova solo isolata la parola Gilli. Sembra quasi che si voglia agli occhi del forestiero nascondere l’importanza dell’Hotel Gilli, ben a ragione ritenuto il primo fra quelli di Fiera di Primiero, oppure che si voglia far passare il Gilli come proprietario dell’Aquila Nera.

Sotto il titolo: Negozi, il bravo sig. Gadenz, venditore di cartoline illustrate e articoli di gomma, forse credendo di far chiudere le porte a tutti i negozi di Primiero fece per sé solo tanto di reclame: omettendo tutti gli altri negozianti, che pure esistono e esistevano anche quando il Gadenz faceva il cristiano-cattolico all’istituto Salesiano di Torino, o quando trafficante-girovago, viaggiava la Svizzera.

Fra le rarità di Fiera di Primiero è noverata persino la casa di abitazione del signor Abel, che egli chiama addirittura Palazzo Guadagnini ed anche la casa del suo servitore! Omettendo nel tempo stesso altre case che realmente hanno un pregio.

Nella lista degli Hotels di San Martino di Castrozza decanta in prima linea un grandioso albergo che forse verrà fabbricato tra qualche anno e che ora esiste soltanto nella sua fervida fantasia. Mette secondo l’Hotel Lina Langes, proprio quello che, fabbricato l’anno scorso, rovinava sino alle fondamenta con gran fracasso e con gran spavento della sig. Direttrice.”

L’articolo continua poi con una serie di attacchi personali tirando in causa anche il Capitano Distrettuale Schuchter per presunte concessioni irregolari il quale risponderà punto per punto una settimana più tardi sempre su Il Popolo.

L’articolo si chiude con una nota del redattore in cui traspare l’ardore irredentista del giornale: “Mentre i tedeschi, come nel caso dell’Abel, fanno fare la reclame anche a cose che non esistono, i Trentini molte volte non sanno farla a bellezze naturali e a conforts realmente esistenti. All’Abel si dovrebbe rispondere compilando una guida che dicesse tutto quanto egli ha taciuto.”

Abel racconta Primiero

La guida di Abel rappresenta una pietra miliare nel marketing turistico della valle. Nel periodo tra le due guerre mondiali, tra le opere di grande interesse e degne di nota, ci sono inoltre le pubblicazioni di Valentino Toffol e Piero Tiepolo.

Seguirono negli anni quella di Cesare Battisti nel 1910, la Rivista di San Martino di Castrozza e Primiero negli anni Venti e, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, alcune pubblicazioni quali quella di Enrico Taufer, quella curata da LaVocedelNordEst nel 2015 ed ultima la Guida ai Paesi di Primiero realizzata dal Comune di Primiero San Martino di Castrozza.

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