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Feltre, sessantenne rischia la vita per un infuso vietato

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La donna, era stata trasferita a Padova per un trapianto di fegato, poi la scoperta della causa analizzando le bustine di kava – kava, sostanza vietata dal ministero fin dal 2002

Feltre (Belluno) – Una donna del feltrino, ha rischiato di essere sottoposta al trapianto di fegato a causa dell’assunzione ripetuta, di un infuso d’erbe con estratti di kava-kava, pianta officinale originaria del Pacifico, bandito in Italia e in altri Paesi dell’Unione europea dal 2002.

Dopo il ricovero all’ospedale di Feltre e il successivo trasferimento a Padova della donna, è stata proprio una dottoressa del centro trapianti ‘patavino’ a risalire alle motivazioni che hanno causato la grave patologia di cui  la donna soffriva. La sorpresa è arrivata analizzando proprio le bustine con l’infuso tossico.

Secondo quanto conferma il quotidiano locale Corriere delle Alpi, la donna, una feltrina sessantenne, era convinta di assumere una tisana rilassante, mentre gli effetti sul fisico erano ben altri. Immediata un mese fa, dopo i primi dolori, la corsa in ospedale. Da quel momento sono iniziate tutte le analisi che hanno portato poi al trasferimento a Padova per un possibile trapianto.

Fortunatamente scongiurato, grazie alla scoperta della dottoressa che le ha letteralmente salvato la vita. Trovata la causa, è iniziata così una terapia per la disintossicazione che ha favorito la rigenerazione del fegato. La donna ha così lasciato l’ospedale in buona salute nei giorni scorsi.

L’infuso kava – kava

Starr 040318-0058 Piper methysticum.jpg(Wikipedia) – La kava, o kava-kava (Piper methysticum), è una pianta arbustiva del Pacifico occidentale. Il nome generico deriva dal latino piper, ‘pepe’. Il nome specifico deriva dal termine greco latinizzato methysticum per ‘intossicante’. Il nome comune kava(-kava) deriva dalle lingue dell’area, tongano e marchesano[1]. Nel mondo, il termine kava è utilizzato per riferirsi, oltre che alla pianta, anche alle radici e ai rizomi essiccati messi in commercio come integratori, sia alla bevanda che si produce da tali parti[1], il cui consumo è diffuso tra le popolazioni della Polinesia (comprese le isole Hawaii), della Melanesia, della Micronesia, oltre che in Australia. La kava ha un effetto sedativo ed è consumata soprattutto come rilassante senza effetti sulla lucidità mentale. I principi attivi che sono responsabili di quest’azione sono i kavalattoni. L’azione ansiolitica ottenibile è paragonabile a quella delle benzodiazepine, ma nella kava è associata agli effetti antidepressivi che riducono o eliminano del tutto gli effetti collaterali degli ansiolitici, quali sonnolenza e intorpidimento. Nel 2002, in diversi paesi europei, compresa l’Italia, viene vietata la vendita di prodotti omeopatici contenenti kava, a causa della sua epatotossicità.

ava

 

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