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Facebook, flop a Wall Street: – 8,4% con titolo a 35 dollari

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Mentre i listini di Wall Street, ed il Nasdaq in particolare, accentuano i guadagni, Facebook continua a perdere. Dopo essere arrivato a perdere il 13,7%, a meno di due ore dalla chiusura il titolo del social network che si e’ quotato lo scorso venerdi’ perde l’8,87% a 34,84 dollari per azione
 
Secondo il Wall Street Journal, l’opinione piu’ diffusa attribuisce la colpa a un prezzo di collocamento troppo elevato, 38 dollari per azione, che ha dato a Facebook una valutazione di 104,8 miliardi di dollari. Per Sam Hamadeh, analista di PrivCo, il problema sono i fondamentali del colosso di Palo Alto (fatturato da pubblicita’ in calo nel primo trimestre fiscale; calo di utenti unici negli Stati Uniti; preoccupazione mostrata dall’azienda per il passaggio da computer fissi a dispositivi mobili). Insomma, in un mercato in cui Apple viene scambiata a solo 10 volte gli utili previsti per l’anno prossimo, gli investitori hanno ritenuto i 38 dollari (oltre 50 gli utili degli ultimi 12 mesi) richiesti per ogni azione del social network piu’ popolare al mondo una cifra eccessiva.

Per Bloomberg News, che cita il blogger Eddy Elfenbein, considerando utili per un dollaro ad azione e una crescita dei profitti del 50% nel corso dei prossimi cinque anni, un prezzo piu’ giusto sarebbe stato di 33 dollari per azione.

Tuttavia, un approccio ancor piu’ prudente suggerirebbe di acquistare azioni Facebook solamente a meno di 23 dollari. Per Zuckerberg, che sabato scorso ha sposato la fidanzata Priscilla Chan, il crollo del titolo si traduce al momento in una perdita di 2,2 miliardi di dollari. Il fondatore vede cosi’ il proprio patrimonio personale sgonfiarsi da 19,3 miliardi di dollari a 17,1 miliardi.

 
Si e’ molto discusso sul valore reale di un’azienda come Facebook, un ‘fenomeno’ sociale senza precedenti, con un abitante su sette collegato al social network, ma priva di un vero e proprio modello di business. In occasione del suo debutto sfortunato il prezzo iniziale di 38 dollari ad azione e’ stato mantenuto soprattutto grazie al massiccio intervento delle banche sottoscrittrici .
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