Primo Piano Belluno

Expo 2015, Vivibilità in montagna, Bottacin: necessaria più autonomia per Belluno

Share Button

“Pesa il confronto con  realtà vicine come Trento e Bolzano, in cui la fiscalità è usata in modo ben diverso”

montagna_38239

Venezia – La montagna può continuare a vivere? Forse, ma occorre mettere in atto concrete forme di defiscalizzazione, che sono però di esclusiva competenza del governo centrale. Lo ha ribadito l’assessore della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, che ha la delega per la specificità della provincia montana bellunese, intervenendo oggi al convegno “Montagna come laboratorio di sostenibilità per il sistema paese”, uno degli eventi in programma a Palazzo Italia all’Expo 2015 di Milano.

L’evento, a cui hanno partecipato le varie realtà regionali dell’arco alpino, ha posto al centro della discussione il tema della “vivibilità della montagna” per evidenziare le problematiche e la fattibilità di positive azioni comuni. Bottacin ha sottolineato l’impegno che l’amministrazione regionale mette in campo per sostenere la residenzialità e lo sviluppo socio-economico della montagna. “La Regione fa la sua parte – ha detto – ma per far vivere la montagna, e mi riferisco non solo al bellunese ma anche alle altre aree montane venete, ci vogliono azioni che solo il governo può fare, avendo in mano tutte le leve fiscali”.

A titolo di esempio Bottacin ha fatto rilevare che la differenza tra quanto un cittadino bellunese versa di tasse e quanto effettivamente viene reimpiegato sul territorio è di circa 4 mila euro all’anno. Un residuo fiscale che resta allo Stato. Ciò significa che l’intera provincia di Belluno lascia nelle casse statali circa 800 milioni, che diventano 1,5 miliardi di euro prendendo in considerazione le altre realtà montane delle province di Verona, Vicenza e Treviso. “Sono tutti soldi – ha detto – che oggi come oggi non ritornano sul territorio e non diventano incentivo per lo sviluppo”.

“Guardando a quanto sta avvenendo – ha concluso Bottacin – non posso che riaffermare che l’unica strada per preservare la montagna bellunese è quella di un’autonomia vera, come quella già riconosciuta ad altre realtà vicine come Trento e Bolzano, con le quali dobbiamo quotidianamente confrontarci e in cui la fiscalità è usata in modo ben diverso”.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *