Primo Piano Trentino Alto Adige Valsugana Tesino

Doppio passaporto: Fraccaro, atto ostile. Fontana, questione vera riguarda cittadini che non hanno permessi in regola

Share Button

“Atto puramente propagandistico per influenzare provinciali”

Il valico del Brennero

Roma – “La volontà del governo austriaco di insistere con il progetto del doppio passaporto per i sudtirolesi è da considerarsi un’iniziativa ostile”. E’ quanto afferma in una nota il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro.

“La condivisione della cittadinanza europea – prosegue Fraccaro – rende quest’atto puramente propagandistico e su un tema così importante non possiamo accettare provocazioni. È evidente che ogni ulteriore passo in tale direzione si presterebbe inevitabilmente ad influenzare le prossime elezioni amministrative in Alto Adige.

L’Austria peraltro ricopre la presidenza pro tempore dell’Ue ed è a maggior ragione inaccettabile che dia luogo ad azioni divisive. Vienna metta pertanto da parte ogni strumentalizzazione politica ed elettorale che il nostro Governo intende respingere seccamente”.

Fontana, questione vera è cittadini che non hanno permessi in regola. I rapporti che abbiamo con il governo austriaco sono molto buoni, quindi se si vuole fare qualcosa di particolare si può discuterne tranquillamente assieme”. Lo ha detto il ministro per la Famiglia e la Disabilità, Lorenzo Fontana, rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di concedere il doppio passaporto agli altoatesini di lingua tedesca e ladina a cui sta lavorando il governo austriaco, a margine della 27/a edizione dell’Incontro Italo- Austriaco della Pace in corso a Trieste. “Io penso – sostiene il ministro – che la questione da affrontare” sia quella delle “persone che non sono cittadine o che non hanno i permessi in regola” e che “girano in Europa creando talvolta, come è successo, dei problemi”. “Per questo – ha aggiunto – anche per il futuro” il tema della doppia cittadinanza “non credo sia una delle priorità”.

  • In breve

Tragedia nel Vicentino – Il marito assassino voleva rapire la figlia di 6 anni: salvata dai nonni. «Erano tanti anni che quell’uomo terrorizzava la mia famiglia. Mia figlia temeva che prima o poi l’avrebbe uccisa. È sconvolgente, nulla ha potuto fermarlo. Voleva anche rapire sua figlia, per fortuna non gli ho aperto» racconta ai carabinieri  la madre di TamijIa Dugalic, la vittima del femminicidio di Lonigo. Dopo averla uccisa, il marito Zoran Lukijanovic, 41 anni, ha raggiunto a piedi la sua auto, posteggiata poco lontano, e si è messo in marcia verso Orgiano e  alle 9 ha suonato al campanello della sua vecchia abitazione, dove c’erano la bimba di 6 anni, che lui non vedeva da tempo e sua suocera. È stata lei a sentire il campanello, a scorgere con orrore il profilo del genero e a non aprire. Quindi avrebbe contattato la figlia, senza ricevere risposta; non sapeva che era già morta. Poco dopo Zoran si è allontanato, fuggendo verso la morte per completare quel folle piano che aveva in testa quando, armato di pistola, è tornato in Italia dalla Serbia, dov’era latitante.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *