NordEst

Dolomiti Unesco, Ecco il logo

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<<Secondo classificato,
a cura di Enrico Belloni
(Seregno MB)


>>Terzo classificato, a cura di
Diego Moreno (Modena)

Il marchio vincitore – Ora il marchio andrà a simboleggiare il Bene, in tutte le sue declinazioni,  in tutti gli ambiti in cui la Fondazione si troverà ad operare. Nella proposta prima classificata, a cura di Arnaldo Tranti Design (Saint Cristophe AO), il segno riconduce visivamente alla geomorfologia delle Dolomiti, evitando la riconoscibilità di cime specifiche per dare rappresentatività all’insieme dei 9 sistemi. Il disegno descrive il “tessuto” geologico delle Dolomiti. Un ordito, costituito da segni verticali netti (l’imponente spinta verticale delle pareti) spezzata da una trama più leggera e disordinata di segni brevi orizzontali (le cenge, le balze, i terrazzamenti). La valle viene invece rappresentata da un segno arcuato e dolce che descrive e ne rivela lo sfondo.

Le Dolomiti sono rappresentate in quattro cime. Queste “figure” simboleggiano le quattro diversità culturali presenti sul territorio: italiani, tedeschi, ladini, friulani. Le figure emergono dal bianco e prendono forma e disegno all’interno di un rettangolo orizzontale, un “territorio“ racchiuso in un perimetro per tutelare meglio un ambiente unico e mitico.

Nella proposta seconda classificata, a cura di Enrico Belloni (Seregno MB), l’idea della progettazione del logotipo si è sviluppata partendo dagli elementi del paesaggio naturale che hanno permesso alle Dolomiti di entrare a far parte  del Patrimonio dell’UNESCO. Lo sviluppo del marchio si ispira al tipo segnale che indica i sentieri di montagna.

Nella proposta terza classificata, a cura di Diego Moreno (Modena), la rappresentazione del tempo e dello spazio ha guidato l’elaborazione del marchio, che desidera raccontare, con pochi segni, la forza maestosa e le cangianti cromie delle Dolomiti, l’intersecarsi vario di forme orizzontali e verticali che ne determina la spettacolarità. Il logo racconta quindi la storia delle Dolomiti ed il loro presente, attraverso segni e colori che ne scompongono la bellezza in elementi singoli, per poi ricomporla in un racconto ricco di ammirazione.

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