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Coronavirus, decessi salgono a quattro in Alto Adige. Appello di Kompatscher a turisti

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Salgono a 166 gli altoatesini positivi. Si evitino spostamenti inutili in questi giorni

 

Bolzano – Nella notte un’anziana ultranovantenne con condizioni di salute fortemente compromesse è deceduta a Merano. In Alto Adige si registrano 41 nuovi casi confermati da infezione Covid-19. Complessivamente il numero totale delle persone positive in Alto Adige sale quindi su 166 (125 ieri, 41 nuovi).

Venerdì era deceduto nel pomeriggio all’ospedale di San Candido un anziano di 86 anni. Il paziente con polipatologie preesistenti era risultato positivo al Covid-19.

I dati aggiornati a sabato

Presso le strutture dell’Azienda sanitaria sono ricoverate finora 74 persone con Covid-19 accertato, tra queste 13 a Colle Isarco. Per 22 pazienti ricoverati l’esito del test non è ancora pervenuto. 15 sono stati accertati con esito negativo. In terapia intensiva si trovano attualmente 10 persone il cui test è risultato positivo.

Venerdì è stato comunicato ai Comuni della Provincia il numero di persone il cui test ha avuto esito positivo e quello di coloro che si trovano in quarantena domestica. Non sono compresi in queste cifre i dati dei turisti ed eventuali lavoratori stranieri che sono risultati positivi una volta lasciato l’Alto Adige.

L’appello del governatore Kompatscher

Il governatore altoatesino Arno Kompatscher interviene sulla questione dei proprietari di seconde case, che attualmente si trovano in Alto Adige. “La mia ordinanza in merito ai non residenti (e comunque non presenti sul territorio per motivi di lavoro) è da intendersi come forte raccomandazione nell’interesse primario delle persone stesse che in questo territorio non hanno né medico di fiducia né (per i figli) pediatra, cosicché non si riescono a garantire i vari livelli di assistenza previsti dal sistema”, precisa il presidente della Provincia di Bolzano.

Kompatscher evidenza inoltre il “rischio che queste persone in caso di necessità si debbano rivolgere direttamente alle strutture centrali, cosa che anche secondo le raccomandazioni a livello nazionale deve essere assolutamente evitata. Il problema di non potere garantire un’assistenza adeguata in queste situazioni è stato più volte sollevato nelle videoconferenze con il governo centrale anche dai colleghi di Toscana, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta”.

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