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Chiesa gremita a Transacqua per l’ultimo addio ad Alessandro Miola

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“Un grande uomo, un grande padre, un grande fratello e amico”, lo ha definito il fratello Paolo, ringraziando quanti sono stati vicini alla famiglia, ma invocando anche “il silenzio di chi va  in montagna”

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Transacqua (Trento) – Una bara chiara avvolta da rose gialle e una foto di Alessandro tra le sue amate Pale, nascoste dalle nuvole in un giorno di grande tristezza. In chiesa, quattro parroci a concelebrare la solenne santa messa, mentre il coro cantava il ‘Signore delle cime’ e una fisarmonica intonava un commosso saluto.

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Il Primiero si è stretto alla famiglia, nel giorno del funerale di Alessandro Miola, il 42enne morto tragicamente nei giorni scorsi, in un incidente scialpinistico nei pressi del rifugio al Velo della Madonna a 2358 metri, nel gruppo delle Pale di San Martino.

Il parroco Don Duccio Zeni, sottolineando l’immenso dolore per questa scomparsa, ha ricordato che nonostante, la morte, l’amore continua e va oltre. Don Gianpietro Brunet, ha salutato invece Alessandro con “un abbraccio, un grido e una speranza”.

“Un grande uomo, un grande padre, un grande fratello e amico”, lo ha definito il fratello Paolo, ringraziando quanti sono stati vicini alla famiglia in questi momenti, ma invocando anche “il silenzio di chi va  in montagna”.

Alessandro Miola lascia la moglie e due figli di 11 e 7 anni. Accanto ai parenti, c’erano le guide alpine “Aquile di San Martino”, i colleghi degli impianti Colverde, una rappresentanza della guardia di finanza e dei carabinieri, gli uomini della forestale, tanti amici, molta gente comune e gli sportivi con cui ha condiviso molte avventure tra i suoi monti.

Nella lettera dal Messico di Sara, nipote di Alessandro, rivive invece lo zio che ha saputo essere vicino alla sua famiglia, un buon padre e un grande appassionato della sua terra, morto lassù dove volano le aquile, in un angolo di paradiso, a due passi dal cielo.

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