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Casalinga di giorno, Star per una notte: la ribalta di Susan

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Star per una notte


I media assediano la sua casa a Blackburn vicino a Edinburgo, da quando ha mandato in visibilio il pubblico del Britain’s Got Talent anche se non aveva il look di una popstar.

Susan Boyle - Singer - Britains Got Talent 2009 (With Lyrics)

Ha 47 anni, anche se ne dimostra certamente molti di più. Era sola e depressa, bruttina e impacciata, mai stata baciata da un uomo. Nei giorni scorsi però, è avvenuto il miracolo. E’ salita sul palco della "Corrida" inglese e la gente l’ha guardata, sghignazzando. Poi ha cantato e tutti si sono alzati in piedi ad applaudire quella voce d’angelo.

Susan Boyle non è una pugile, per quanto i lineamenti lascerebbero supporlo, ma nessuno è più Cenerentola di lei. Le scarpette magiche non le ha, anzi – per non farsi mancare nulla – si veste pure malissimo, ma alla fine il principe azzurro lo ha trovato. Non era una fiaba, era Britain’s Got Talent. Non era un uomo, era una voce: la sua.

Britain’s Got Talent è un programma televisivo inglese, a metà strada tra La Corrida e X Factor. Chi sale sul palco sconta spesso il martirio, e questo sembrava il destino di Miss Boyle, 47 anni portati che peggio non si potrebbe. Capelli grigio ingarbugliato, fattezze da zia fatalmente zitella e vestiario affidato a una sarta daltonica. I tre giurati, nel vederla, neanche hanno trattenuto le risa. Il Maionchi di turno, tale Simon Cowell, ha alzato gli occhi al cielo quando la povera Susan ha raccontato di venire da un anonimo (pure quello) villaggio scozzese, aggiungendo poi – tra lo scherno pressoché unanime – di avere per mito “Elaine Page, vorrei lavorare in un musical”.
Poco prima dell’esibizione, le telecamere hanno inquadrato un gruppo di ragazzine, tutte braccia e cipria rubate ai reality. Si davano di gomito, sghignazzando. Quella donna doveva verosimilmente apparir loro come una sorta di modernariato preistorico.

La sua esibizione, su Youtube, è stata vista da milioni di persone in tutto il mondo. Ha cantato I Dreamed A Dream, dai Miserabili. Difficilissima, ma del resto le epifanie hanno bisogno di rischi estremi per palesarsi appieno. Glenn Gould si presentò scalando le Variazioni Goldberg, David Helfgott esordì con Rachmaninov  (e ancora ne porta i segni). Funziona così. I dreamed A Dream, ho sognato un sogno. L’ha sognato bene, Susan.

E l’ha cantato anche meglio. Sono bastate le prime note perché il pubblico – da sempre propenso al melodramma – scattasse in piedi, più per esigenza di miracolo che per standing ovation. “E’ stata la più grande sorpresa in tre anni di show”, ha chiosato Piers Morgan, il giurato buono. Vero, ma lei neanche se n’era accorta: stava abbandonando il palco, ancora timorosa di essere fuori posto. Il tam tam su Internet impazza, la favola della brutta casalinga nel musical piace a grandi e piccini. Demi Moore, usando Twitter per messaggiarsi con il marito, ha detto di aver pianto ascoltandola.

Susan Boyle - Interview with BBC Reporting Scotland. 14th April.Susan Boyle alla BBC

La Sony vuole metterla sotto contratto – I media inglesi la intervistano a getto continuo, scoprendo un comunissimo caleidoscopio di frustrazioni. “Sono nata con una disabilità, a scuola ero vittima di bullismo. Mi davano un mucchio di soprannomi, per i capelli e per il fisico”. In tivù è andata per rispettare la promessa data alla madre: “Diceva che se ci fossi andata avrei vinto. Ma ho sempre pensato di non essere all’altezza. Solo dopo la sua morte mi sono fatta coraggio”.

Susan ha sofferto di ansia, di depressione. Non ha mai avuto un uomo, “non mi hanno neanche mai baciato”. Vive a Blackburn, il suo unico compagno ha dieci anni ed è un gatto di nome Pebbles. Grazie a lei sono venuti allo scoperto molti altri casi Boyle. Tutti personaggi in cerca d’autore, rivalsa e attenzione. Non è una meteora mediatica. Non è la classe operaia che va in Paradiso, è quella che si chiama vita: unica e straordinaria nelle sorprese che ci riserva ogni giorno, anche riflettori spenti!

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