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A Venezia dilagano i vu cumprà, tra i turisti esterrefatti

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Alcune zone sono piene pressoché a tutte le ore di venditori fuorilegge che assillano i turisti

vucumpra

Venezia – “Anche io, come i tanti turisti e cittadini che affollano Venezia e le nostre spiagge, sono stupito del dilagare e dell’imperversare di venditori abusivi di merce più o meno taroccata, falsi invalidi e importuni vari di professione. Le campagne di sensibilizzazione vanno benissimo, ma è indispensabile prevenire, intervenire e, dove necessario, reprimere. E’ un’invasione malavitosa che nella sostanza viene tollerata”.

Il presidente del Veneto Luca Zaia fa sue le affermazioni delle guide turistiche veneziane e si richiama ai “troppi fatti di cronaca quotidiana che non dovrebbero neppure esistere”.
“Di fronte alla Stazione di Santa Lucia c’è uno dei grandi ponti sul Canal Grande pieno ormai pressoché a tutte le ore di venditori fuorilegge che occupano stabilmente spazi ai due lati del manufatto e nelle aree vicine, importunando e proponendo a quanti transitano merce di ogni genere. E’ forse il caso più evidente – afferma il governatore – ed è purtroppo un pessimo biglietto da visita in una delle principali porte d’ingresso alla città più bella del mondo. Stiamo parlando di venditori senza autorizzazione, forse immigrati clandestini, senza registratori di cassa, senza partita iva, con merce di dubbia provenienza e spesso con marchi o simboli fasulli, i cui guadagni alimentano la catena della criminalità. E’ uno scandalo, oltre che un’offesa ai commercianti che svolgono legalmente la loro attività e rispettano le regole”.
“Tornare alla normalità è un dovere, senza se e senza ma: quelle aree, come le tante “conquistate” da simili personaggi, devono essere restituite alla comunità e alla legalità. La tolleranza zero non può essere un proclama vuoto ma deve tradursi in fatti: non episodi dimostrativi e sporadiche fughe dei venditori, ma una azione costante che metta fuori gioco i personaggi e i beni che animano questo suk – conclude Zaia – eliminando alla base il lucro che lo alimenta. Lo dobbiamo a Venezia, lo dobbiamo ai cittadini, lo dobbiamo a chi si spezza la schiena lavorando quasi metà del tempo dedicato al lavoro solo per pagare le tasse”.

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