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Referendum “Primiero San Martino”, depositato il ricorso al TAR: udienza per la ‘sospensiva’ il 4 giugno

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L’ex assessore di Fiera, Ervino Filippi, ha presentato il ricorso al TAR di Trento contro la ventilata fusione tra i quattro comuni 

foto Primiero_diritta

Fiera di Primiero (Trento) – Prosegue al TAR la battaglia dell’ex amministratore di Fiera di Primiero, Ervino Filippi Gilli, contro la fusione dei Comuni dell’alto Primiero (Fiera, Siror, Tonadico e Transacqua). Il ricorso depositato in questi giorni, viene seguito dall’avvocato e docente romano Aristide Pollice, specializzato in diritto Amministrativo. 

Il Tribunale ha fissato l’udienza per la ‘sospensiva dei provvedimenti impugnati’ il 4 giugno, proprio tre giorni prima del referendum, fissato per il 7 giugno.

Quali le ipotesi future

Gli sviluppi di questo procedimento possono essere fondamentalmente tre:  

– il 4 giugno il TAR si esprime per la sospensiva: non si va a referendum e si rimanda tutto all’udienza di merito;

– il 4 giugno il TAR rigetta la sospensiva: il referendum si tiene ma il risultato potrebbe essere poi di fatto annullato nell’Udienza di merito che si terrà in data non ancora stabilita;

– nell’udienza di merito il TAR decide di respingere il ricorso ed allora viene confermato il risultato del referendum sia esso a sfavore o no della fusione;

I termini del ricorso al TAR

Giovedì scorso è stato notificato ai Comuni di Fiera di Primiero, Siror, Tonadico e Transacqua nonché alla Provincia Autonoma di Trento e alla Regione Trentino Alto Adige il ricorso al TAR su iniziativa dell’ex assessore di Fiera, che da mesi si sta battendo per bloccare il processo di fusione: prima con il ricorso in Comune a Fiera, poi alla Giunta provinciale e in Regione e ora al TAR.

Il ricorso – presentato al TAR – avanza le seguenti ipotesi di violazione: del principio di buona amministrazione; dello Statuto Comunale; difetto di motivazione in quanto la delibera comunale non contiene un progetto; illegittimità della Delibera di Giunta; illegittimità della Delibera della Giunta provinciale del 16.03.2015 in cui si respingeva il  ricorso. Infine, viene ritenuta illegittima costituzionalmente quella parte della legge regionale n.11/2014 che abbassa il quorum.

Il quorum

“Seguendo la norma regionale – spiega Filippi – si arriva così al paradosso che, per cambiare il nome di un comune è necessario un quorum del 50% degli aventi diritto, per cancellarlo tramite fusione basta il 40% degli aventi diritto esclusi però i residenti all’estero: esemplificando se voglio cambiare il nome a Fiera mi servono 233 votanti, se voglio cancellare il comune ne bastano 165″.

L’ex assessore:”Decisione molto sofferta”  

“E’ stata una scelta molto sofferta – spiega Ervino Filippi –  mai, dopo 14 anni di collaborazione con l’amministrazione, avrei pensato di dover arrivare a questo punto. E’ una scelta pesante non solo moralmente ma anche economicamente in quanto i 5.000 euro del costo del ricorso sono totalmente a mio carico. Credo però che siano soldi ben spesi e se i giudici ravviseranno (come credo e spero) fondamento nelle motivazioni del ricorso, mi pare che il legislatore provinciale dovrà porsi qualche domanda”.

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