Il governatore trentino Rossi ha invitato però i Comuni ad essere più elastici nell’accoglienza: “Mi auguro che ci sia maggior disponibilità sul territorio”
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Trento – “Sposteremo subito qualche persona per puntare anche al miglioramento infrastrutturale e per ovviare alle criticità della manutenzione e velocizzarle, visto il carico sulla struttura”. Così il governatore del Trentino, Ugo Rossi, sul centro di accoglienza per migranti di Marco di Rovereto.
Ha spiegato che è stato argomento “di una riflessione a margine della riunione della Giunta, con l’assessore Luca Zeni e a chi si occupa del centro, per il quale – ha evidenziato – il Trentino è l’unico territorio italiano che ha un’associazione dedicata, il Cinformi”.
“Da parte dello Stato – ha detto – è sempre stato garantito il rispetto delle quote e qui quello dell’accoglienza. Ciò non significa non potere migliorare tutti insieme, mi auguro anche con le amministrazioni comunali”.
“Lo spostamento – ha spiegato – consentirà di migliorare gli alloggi. Aggiungo che per esplicita dichiarazione di chi ci vive c’è timore di essere spostati, non volendo lasciare le attività avviate, come i corsi di lingua”.
Appello condivisibile
In Trentino la rete della distribuzione diffusa si è consolidata, con 1000 richiedenti asilo che vivono attualmente in appartamenti e piccole strutture di accoglienza. Rimane però da ridurre le presenze nei due centri maggiori di Trento e di Rovereto. La Provincia sta lavorando in questa direzione e proseguirà nel suo impegno secondo una programmazione già fissata nelle sue linee generali.
“Il problema – ha detto l’assessore al vescovo nel corso della visita di stamani a Marco – è che molti richiedenti asilo si stanno inserendo positivamente nella comunità grazie alle opportunità formative e di inclusione offerte dal progetto di accoglienza. Questo radicamento nel tessuto locale, diretta conseguenza dell’impegno degli operatori e della qualità del progetto trentino, spinge i migranti a voler restare nella zona di Rovereto, un’ipotesi non sempre compatibile con la logistica delle strutture e degli appartamenti che si rendono man mano disponibili.
Ma per funzionare, il sistema deve prevedere elasticità e disponibilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Al momento, comunque, il proseguimento delle attività nella zona di Marco sembra essere, per le persone accolte, più importante delle condizioni abitative; ciò nonostante, stiamo lavorando per apportare le opportune migliorie al Campo, alcune delle quali saranno ultimate a breve. Ciò nel rispetto della dignità di tutti, e nella consapevolezza che una situazione così complessa può essere gestita efficacemente solo se i diversi attori del sistema cooperano strettamente e si impegnano a trovare soluzioni concrete alle diverse esigenze che via via si manifestano”.