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La montagna si mobilita per la riapertura: rintocco delle campane e protesta degli operatori

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A pochi giorni dal via ai mondiali di Cortina, le stazioni sciistiche italiane si sono mobilitate per ritornare presto operative. La presidente Anef Valeria Ghezzi era a San Martino di Castrozza in Trentino

NordEst – “Questo evento – spiegano gli organizzatori – non vuole per nulla essere aggressivo o struggente, ha la volontà di richiamare l’attenzione di tutti. Per portarla anche verso il grande evento di Cortina2021 che tutto il mondo guarderà. Ed è bello che la montagna intera mandi pubblicamente il suo “In bocca al lupo” a chi dovrà gestirne l’organizzazione.

Questo attimo piuttosto clamoroso si chiama “Per chi suona la montagna”. Il richiamo alle campane che in tempi antichi scandivano anche il tempo dei lavoratori, è solo simbolico. Forse in alcuni paesi ci sono regole che ne impediranno il rintocco, ma non importa. Esistono i campanacci, le sirene dei gatti battipista”.

La mobilitazione nazionale

Le stazioni sciistiche si sono mobilitate venerdì mattina alle 10 nell’ambito dell’iniziativa “Per chi suona la Montagna”, una sorta di flash mob promosso dalla rivista “Sciare magazine”. Nei paesi sede di comprensori sciistici, operatori, amministratori e impiantisti in prima linea, hanno assistito al rintocco delle campane affiancati da maestri di sci, albergatori e ristoratori, gestori di rifugi, negozianti, commercianti e guide alpine.

Da Campiglio a San Martino di Castrozza – dove era presente anche Valeria Ghezzi (Anef), da Falcade al Tonale, solo per citarne alcuni. Tutti in piazza distanziati e con la mascherina, per dare un segnale di unità in un periodo in cui i problemi enormi della stessa montagna stanno finendo dentro a un cassetto.

A poche ore dalla notizia di una possibile riapertura tra dal 15 febbraio, l’iniziativa non vuole essere un lamento, ma un segnale di richiamo a non dimenticarsi della montagna che deve rimanere tra gli argomenti di attualità. Le piste sciistiche torneranno in funzione ma non tutti gli operatori sono convinti dell’utilità economica di rimettere in funzione gli impianti, soprattutto se non verrà interrotto il divieto di spostamento fra regioni.

 

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