NordEst

Inverno 2010, Fino a febbraio alternanza di neve, pioggia e rialzi termici: molte anomalie

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L’inverno, anche nei primi mesi del 2010, sarà più freddo e piovoso di quello precedente: la previsione è del meteorologo Mario Giuliacci, secondo il qualel’inverno continuerà probabilmente a recitare, in gennaio e febbraio, il copione fin qui visto, con un’altalena traperiodi tiepidi e poco piovosi e periodi abbastanza freddi, con significative precipitazioni e neve anche in pianura. Nell’immediato una perturbazione giunta dalla Spagna porterà neve anche in pianura su quasi tuttal’Italia, nevicate sulle Alpi e ancora neve in pianura sul Piemonte.

Più freddo dello scorso inverno –
Sono ancora in atto, spiega Giuliacci, tutte le anomalie inerenti l’attività solare, i venti equatoriali e l’innevamento sull’emisfero Nord e che fin ora hanno fatto sì che questo inverno sia stato un po’ più freddo, più piovoso e nevoso del solito.

Il sole – Nel suo ciclo undecennale, dopo avere raggiunto il minimo di attività nelle macchie solari 3 anni fa, al momento ha dato solo timidi segnali di risveglio:dal 2004 ad oggi sono stati 777 i giorni senza macchie, contro una media di 485.  Negli ultimi 100 anni soltanto tra il 1911 e il 1914 il sole era stato così eccezionalmente pigro. Un’altra anomalia atmosferica attuale riguarda i venti stratosferici caldi sopra della fascia tropicale i quali, nella loro inversione di rotta a ritmo quasi biennale, hanno iniziato, da giugno di questo anno, a soffiare da est verso ovest. I venti equatoriali orientali si sono ulteriormente intensificati in dicembre e quindi sono nella fase di massimo impatto sulla circolazione atmosferica.

Molte le anomalie –
E’ infatti dimostrato che tale anomalia favorisce brusche irruzioni di aria fredda polare verso sud ovvero verso più basse latitudini, come quella tra l’11 e il 21 dicembre. Infine, l’innevamento invernale nell’emisfero Nord ha raggiunto in dicembre il secondo valore più alto degli ultimi 44 anni. Un innevamento notevole ovviamente mantiene per lungo tempo il suolo ghiacciato, favorendo temperature molto rigide sulle aree posta al di sopra dei 50 gradi di latitudine. Ma in tal modo diviene più probabile l’arrivo di venti siberiani sull’Italia.

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