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Il PATT di Primiero: “No autonomia senz’anima”

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Ugo Rossi"Recentemente – si legge in una nota diffusa dal PATT di Primiero (il partito Autonomista Trentino Tirolese), la Provincia di Belluno (a guida leghista) ha approvato l’indizione di un referendum per la richiesta di annessione del Bellunese alla Regione Trentino Alto Adige. All’iter referendario, benché si presenti lungo e complesso, è stato dato avvio con il deposito degli atti in Corte di Cassazione.

Il fatto ha suscitato subito un acceso dibattito, non tanto e non solo sul disagio bellunese sotteso all’iniziativa referendaria, bensì sulla modalità e sulla valenza politica della prospettata annessione. In tal senso, le dichiarazioni di Trento (Dellai) e Bolzano (Durnwalder), seppur in toni diversi, evidenziano la necessità di una condivisione "politica" della scelta referendaria bellunese, dando voce anche l’opinione pubblica trentina e sudtirolese.

Al di là di qualsivoglia ideologia – precisa il PATT di Primiero -, appare oltremodo condivisibile l’atteggiamento tenuto dal PATT sull’argomento. Come chiarito dallo stesso segretario politico, Ugo Rossi (nella foto), il sentimento di vicinanza e di rispetto a spinte ed iniziative autonomiste anche in terra bellunese non va confuso con le rispettive identità autonomiste, risultato di vicende storiche, culturali e sociali ben distinte. Ciò significa che l’autonomia trentina non può e non deve essere confusa e/o associata alle iniziative autonomiste bellunesi. Pur nel rispetto dei ruoli, pur nel principio che l’autonomia è di tutti, appare necessario e ineludibile il consenso trentino e sudtirolese all’annessione della provincia di Belluno alla Regione Trentino Alto Adige. Diciamolo francamente, non è educato e cortese entrare in casa d’altri senza chiederne il permesso.

Sull’argomento merita sicura attenzione la voce delle realtà territoriali direttamente confinanti con la provincia di Belluno. Tra queste, particolare rilievo assume la zona di Primiero che, in termini economici e sociali, appare più di altre "legata" alla realtà del bellunese e del feltrino.

Il PATT di Primiero, in tal senso, costituisce una voce importante e qualificata, vivendo quotidianamente e a pieno questa realtà. Ed è la voce di un cortese e deciso no. Un "no" dettato certamente da considerazioni storico culturali, ma anche economiche e politiche.

L’iniziativa bellunese nasconde un disagio "veneto". Il malessere della montagna bellunese deve trovare risposta a Roma e a Venezia, non certo a Trento e Bolzano. Inoltre, la supposta vicinanza morfologica, culturale, storica ed economica della provincia di Belluno alla regione Trentino Alto Adige è palesemente sconfessata dalle evidenti vicinanze all’area carnico-friulana di realtà come Sappada, senza voler considerare le vicende storiche della stessa città di Belluno.

E allora perché questa volontà di annessione al Trentino Alto Adige? Perché non ipotizzare un’annessione al Friuli Venezia Giulia? Si tratta forse di una scelta politica dettata solo da ragioni economiche? Possiamo solo ipotizzare che le province di Trento e Bolzano assumano contorni quasi mitologici per le zone viciniore, rappresentando di fatto l’unica alternativa per la salvezza della realtà economica bellunese. E’ innegabile, e la nostra realtà regionale ne è la prova, che autonomia vuol dire anche maggiori possibilità economiche. Ma se l’autonomia è la vera, unica risposta, perché volere un’autonomia in Trentino Alto Adige? Si crede forse che autonomia voglia solo dire più soldi? Lungi dall’essere vero!!

Il modello autonomista trentino e sudtirolese piace a tutti. Piace soprattutto sul piano economico. Ciascuno vede quello che vuole vedere e sente quello che vuole ascoltare, secondo le proprie pregiudiziali. E poi dove altro trovare in Italia, in questo preciso momento storico, un modello organizzativo territoriale efficiente, efficace, che sa tutelare i propri cittadini anche grazie ad una oculata gestione delle proprie risorse economiche? Ma noi trentini sappiamo che l’autonomia non è solo avere più soldi. Autonomia è anima, è sacrificio, è passione, è responsabilità, è costruire un modello di governo che soddisfi le esigenze dei cittadini. E’ anche fatto di sbagli e di errori, ma con l’attenzione sempre rivolta al territorio e ai suoi abitanti, di questo possiamo vantare una tradizione autonomistica plurisecolare.

Il no del PATT di Primiero è un no ad un’autonomia senz’anima, un autonomismo d’occasione: quello dell’ultim’ora, quello di chi annusa il tempo che cambia, quello di cerca uno strumento politico nuovo per riposizionarsi.

Al momento, purtroppo, è questo che sembra trasparire dall’iniziativa referendaria bellunese che, anzi, appare quasi un’arma ricattatoria per ottenere riconoscimenti autonomisti da Roma e da Venezia, nonostante siano più di vent’anni che sotto l’influenza leghista venga promesso loro il federalismo. E proprio chi predica modelli democratici regionali, invece di rivendicare le proprie posizioni, spreca energie denigrando chi meglio sa gestire le proprie risorse e competenze.

L’anima autonomista – conclude la nota del PATT di Primiero -, snaturata della sua sostanza, appare mero strumento di azione politica, portando ad uno smarrimento del senso stesso della specialità dell’autonomia trentina. Tocca a noi difenderla. Spetta a noi il compito di ridare forza e attualità alle nostre radici storiche".

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