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Coronavirus, i nuovi casi sono 9, altri 3 decessi: tra loro un 37enne

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Il direttore Bordon: “Il 37enne deceduto aveva un quadro clinico molto grave”. Dopo i primi prelievi a Campitello di Fassa, seguiranno anche a Pieve di Bono-Prezzo, Vermiglio, Canazei e Borgo Chiese. Gli aggiornamenti della task force sulla situazione dei contagi da Coronavirus in Trentino

Trento – Nove contagi e tre nuovi decessi, 15 pazienti in rianimazione. Tra le persone decedute, c’è purtroppo anche un giovane di 37 anni di Mezzana in Val di Sole, con quadro clinico già molto grave prima del virus. Per la sua famiglia, la comunità locale ha organizzato anche una raccolta fondi presso la cassa rurale della Val di Sole. Gli altri decessi sono avvenuti a Lavis Spiazzo..

Ecco che cosa ha detto il direttore dell’Apss, Paolo Bordon sul caso del giovane 37enne deceduto in questi giorni

Si consolida la stabilizzazione dell’epidemia anche se si registrano ancora 3 decessi fra cui quello di un 37enne, che però purtroppo aveva anche altre patologie.

823 i tamponi effettuati e 15 i pazienti in terapia intensiva, 8 a Rovereto e 7 a Trento. Il Trentino, nel frattempo, si è rimesso in moto. “Quello che chiediamo ai cittadini comunque è la prudenza – ha sottolineato il presidente Maurizio Fugatti – l’uso della mascherina e l’osservanza delle regole sul distanziamento. Bisogna ripartire con un atteggiamento responsabile e utilizzando le giuste precauzioni.

L’impegno ora, e di questo abbiamo parlato ieri anche con il ministro Francesco Boccia, è di consentire in Trentino l’apertura anticipata, il 18 maggio, a quelle attività economiche che altrove dovrebbero aprire il 1° giugno. Ciò sarà possibile se la stabilizzazione del contagio attualmente in corso risulterà nel frattempo confermata. Oggi, sono iniziati inoltre i test sierologici, con il prelievo del sangue, nei comuni più colpiti dal contagio: si è partiti con Campitello di Fassa, poi sarà la volta di Pieve di Bono-Prezzo, Vermiglio, Canazei e Borgo Chiese. Altri territori vogliono a loro volta effettuare questi test. Esamineremo le loro richieste, tenendo presente che di test veloci ve ne sono ora di diverso tipo, ma non tutti risultano certificati e quindi idonei”.

Fugatti ha inoltre risposto ad alcuni quesiti specifici dei cittadini relativi a spostamenti, uso dell’automobile, visite ai congiunti e quant’altro. Fra l’altro ha chiarito che possono andare a fare legna fino a tre persone assieme, come stabilirà un’ordinanza nei prossimi giorni. Rassicurazione anche sul versante degli studenti trentini che studiano ad Innsbruck: sono in corso i contatti con il governo austriaco per procedere con il loro rientro.

La conferenza della task force

L’assessore alla salute Stefania Segnana ha ricordato che il tema della gestione dei figli delle famiglie in cui i genitori riprendono a lavorare è fra i più sentiti. Mercoledì è prevista una Giunta straordinaria per definire tutte le misure di supporto, a partire dai buoni di servizio, concordati anche con la Federazione trentina della cooperazione, a cui afferisce un serbatoio di 1000 persone specializzate nei servizi di cura. Il bonus nazionale è di 600 euro, ma la Provincia vuole intervenire con un sostegno aggiuntivo in particolare per quelle famiglie in cui nessun genitore può accedere al part time.

Per quanto riguarda la terapia al plasma iperimmune, l’Apss sta esaminando i protocolli di Pavia e Mantova e le tecnologie utilizzate. Una macchina apposita, necessaria per la lavorazione del plasma, è in arrivo e non appena sarà a disposizione delle strutture sanitarie trentine comincerà il suo utilizzo. Questa tecnologia potrà essere usata anche per altre applicazioni oltre a quelle già previste dai protocolli riguardanti questa metodologia di cura.

Il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon ha sottolineato nuovamente che fra le 3 persone decedute nelle ultime 24 ore ve ne era una molto giovane, di 37 anni, ma con patologie importanti alle spalle, a cui si era aggiunto il Covid-19. Nell’ultima settimana è stata effettuata una media di 1304 tamponi al giorno. Un quarto di essi viene utilizzato per verificare le guarigioni (che devono essere certificate da due tamponi). Una quota significativa viene effettuata inoltre in focolai specifici, come le Rsa.

Ma una parte consistente, oltre 2000 tamponi alla settimana, viene utilizzata per andare alla ricerca di nuovi casi, in particolare di asintomatici. Il laboratorio di Rovereto ha anche effettuato un migliaio di test sierologici e gli altri ospedali presto seguiranno. Riguardo ai 5 comuni interessati ai test, Bordon ha sottolineato come il Trentino sia la prima realtà in Italia a realizzare un’indagine epidemiologica così importante.La prossima conferenza stampa dedicata al Covid-19 si terrà giovedì 7 maggio.

I primi prelievi in Val di Fassa

Martedì mattina a Campitello di Fassa sono stati effettuati i primi prelievi per i test sierologici sulla popolazione dei cinque Comuni trentini maggiormente colpiti dal coronavirus: attraverso un prelievo del sangue sarà possibile rilevare l’eventuale contatto con il virus Sars-CoV2.

Il 6 maggio partiranno i test a Pieve di Bono-Prezzo e Vermiglio, il 7 a Canazei e la settimana dell’11 maggio a Borgo Chiese. I prelievi richiedono due tre giorni per ciascun Comune, in base ovviamente al numero di abitanti e alle persone che hanno aderito all’indagine. L’adesione della popolazione è stata volontaria e in totale saranno coinvolte circa 7200 persone. ll progetto di sorveglianza attiva è stato avviato dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari in accordo con la Provincia autonoma di Trento e la supervisione dell’Istituto superiore di sanità, che avrà il compito di analizzare i campioni raccolti.

Nello studio è stata coinvolta la popolazione dei cinque Comuni del nostro territorio in cui è stata evidenziata una più alta prevalenza di infezioni da Covid-19 dall’inizio della pandemia. I Comuni coinvolti hanno tutti una prevalenza di positivi superiore al 2% (al 31 marzo): Borgo Chiese (2,83%), Campitello di Fassa (3,23%), Canazei (3,34%), Pieve di Bono-Prezzo (2,21%) e Vermiglio (2,56%). L’adesione all’indagine è stata volontaria e i cittadini coinvolti hanno compilato anche un questionario che consentirà di evidenziare la presenza di sintomi riconducibili al Covid-19 nell’ultimo mese. In questi casi verrà effettuato anche il tampone nasofaringeo.

L’obiettivo principale dello studio

E’ quello di stimare la presenza di anticorpi anti Sars-CoV2 nella popolazione di tutte le età ad eccezione dei bambini sotto i 10 anni nell’intera area coinvolta, per Comune, per età e per sesso. Obiettivo secondario è testare, in un campione di popolazione, la concordanza dei risultati sierologici con quelli effettuati sui tamponi di pazienti con sintomi. Infine, lo studio prevede la possibilità di effettuare un secondo prelievo a distanza di tempo che permetterà di fare ulteriori valutazioni relativamente ai comportamenti degli anticorpi contro Sars-CoV2.

«Abbiamo proposto alla popolazione dei cinque comuni trentini – ha sottolineato il direttore generale di Apss Paolo Bordon – di partecipare su base volontaria a questa indagine epidemiologica attraverso i test sierologici che consentirà di capire quali azioni di sanità pubblica intraprendere per contenere l’epidemia. Voglio evidenziare che il test sierologico non ha carattere diagnostico e non va interpretato come una «patente di immunità» al Covid-19; andranno sempre rispettate le misure precauzionali come il lavaggio frequente delle mani, il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine».

«Ho voluto essere presente – ha commentato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – per vedere di persona questa prima sperimentazione. È un’opportunità per raccogliere, su base volontaria e attraverso un test certificato dall’Istituto Superiore di Sanità, informazioni molto utili. Oggi ho visto un afflusso di persone importante ma anche regolare e organizzato in modo da rispettare le distanze e quindi essere affrontato in sicurezza. Anche questo era un fattore centrale in questa operazione».

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