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Caso Wikileaks, Assange arrestato a Londra

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Tutte le tappe del complesso caso internazionale

Londra (Adnkronos) – Julian Assange è stato arrestato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove si era rifugiato nel 2012 per evitare l’estradizione in Svezia per un caso di violenza sessuale che è stato archiviato.

Invecchiato, con i capelli lunghi bianchi raccolti all’indietro e una folta barba bianca, il fondatore di Wikileaks è stato trascinato fuori dall’edificio dell’ambasciata di Quito. Al momento si trova in custodia alla stazione centrale di Scotland Yard e sarà portato davanti ai magistrati di Westminster “appena possibile”.

Gli agenti britannici lo hanno prelevato all’interno dell’ambasciata dopo che il Paese sudamericano gli ha ritirato l’asiloRevocata anche la cittadinanza, come conferma l ministro degli esteri Jose Valencia in una conferenza stampa: “La decisione è stata sospesa a causa di diverse violazioni (relative al suo soggiorno presso l’ambasciata a Londra, territorio dell’Ecuador)”, ha dichiarato Valencia, citato dall’agenzia russa Tass.

Ad Assange, ha spiegato la polizia britannica, è stato inoltre notificato un “ulteriore mandato di arresto da parte delle autorità Usa“. Una notizia, quest’ultima, arrivata dopo la precisazione dei legali di Assange che hanno spiegato come l’arresto del fondatore di Wikileaks sia avvenuto “in relazione a una richiesta di estradizione degli Stati Uniti”.

Nel comunicato della polizia si specifica che ad Assange è stato notificato “un ulteriore mandato d’arresto a nome della autorità Usa alle 10.53 dopo il suo arrivo alla sede centrale della polizia di Londra”. E si conferma poi che si tratta di “una richiesta di estradizione sulla base della sezione 73 dell’Extradition Act”. Secondo quanto aggiungo poi da un portavoce del ministero dell’Interno britannico, la richiesta di estradizione degli Stati Uniti è per presunti “crimini informatici”.

Poco prima della nota della polizia, Jen Robinson, uno dei legali di Assange, aveva spiegato che l’arresto non era avvenuto sulla base del mandato emesso il 29 giugno del tribunale di Westminster per violazione della cauzione, quando Assange non si era presentato in aula.

L’INCHIESTA AMERICANA – Il dipartimento di Giustizia Usa ha confermato di aver chiesto al Regno Unito l’estradizione di Julian Assange “in relazione all’accusa federale di aver partecipato ad un complotto per accesso abusivo in una rete informatica”.

Secondo quanto si legge negli atti dei procuratori federali, datati 8 marzo ma finora secretati, Assange è accusato di aver “aiutato Chelsea Manning, ex analista dell’intelligence militare, ad entrare nei computer protetti da password del dipartimento della Difesa collegati al Siprnet, la rete del governo americano usata per documenti e comunicazioni classificate”.

Viene confermato quindi che per Assange è stata richiesta l’estradizione per reati informatici – che potrebbero portare ad una condanna a cinque anni – e non per spionaggio. Nell’atto di accusa si sottolinea che Assange ha avuto un ruolo “nella più ampia sottrazione di materiale classificato della storia degli Stati Uniti”.

IL MINISTRO DELL’INTERNO – Dopo l’arresto di Assange, il ministro dell’interno britannico, Sajid Javid, ha confermato che il giornalista “è ora sotto custodia della polizia per affrontare debitamente la giustizia del Regno Unito”. “Voglio ringraziare l’ambasciata dell’Ecuador per la sua cooperazione e la polizia per la sua professionalità: nessuno è al di sopra della legge“, ha quindi sottolineato Javid.

IL PRESIDENTE DELL’ECUADOR – A intervenire sulla vicenda, anche il presidente ecuadoriano Moreno: “Concedere asilo o ritirarlo è un potere sovrano dello Stato ecuadoriano” ha affermato Moreno in un video messaggio pubblicato sul suo account Twitter. Tuttavia, “il comportamento irrispettoso e aggressivo” di Assange e “le dichiarazioni scortesi e minacciose della sua organizzazione”, così come “la trasgressione delle convenzioni internazionali, hanno portato la situazione in un punto in cui l’asilo è insostenibile e impraticabile”.

“L’Ecuador sovranamente ha revocato l’asilo diplomatico concesso ad Assange dopo le ripetute violazioni alle convenzioni internazionali e al protocollo di convivenza“, ha affermato il presidente ecuadoriano sottolineando che, in particolare, il giornalista australiano “ha violato la norma di non intervenire negli affari interni di altri Dtati”.

“VIOLATO DIRITTO INTERNAZIONALE” – Da parte sua, Wikileaks ha denunciato nel suo account Twitter che “l’Ecuador ha revocato illegalmente l’asilo politico concesso ad Assange in violazione dei diritti internazionali”.

LA SVEZIA – La procuratrice capo svedese, Ingrid Isgren, ha detto di non essere stata informata in precedenza dell’arresto di Assange. “Questo è nuovo per noi, non sappiamo perché sia stato arrestato, stiamo seguendo la situazione”, ha detto in una dichiarazione, sottolineando di non “essere in grado di valutarla” sulla base delle informazioni ora disponibili.

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