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Belluno, escursionista soccorso in piena notte: indossava calzature leggere in quota

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Si è concluso dopo le 3 di notte l’intervento scattato lunedì sera verso le 19.30, in seguito al mancato rientro di un uomo uscito per un’escursione da Cajada verso il Rifugio Settimo alpini, su segnalazione della moglie preoccupata perché non riusciva più a contattarlo dalle 13

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soccorsoalpinoBelluno – Mentre il Soccorso alpino di Longarone faceva partire le squadre da Cajada, dove era stata rinvenuta parcheggiata la macchina, verso Forcella Caneva e Forcella Pis Pilon e quello di Belluno si incamminava per i sentieri 501 del Settimo alpini e 511 di Casera Medassa, la donna era riuscita per un momento a mettersi in contatto col marito, V.P., 54 anni, di Pordenone: dopo un lungo giro, raggiunto il Settimo stava tornando indietro, ma aveva perso il sentiero cercando di raggiungere una forcella.

Inutili ulteriori tentativi dei soccorritori di parlare con lui, la linea cadeva ogni volta. Portato il Centro mobile di coordinamento in Cajada, dalla Delegazione Dolomiti Bellunesi, viste le temperature proibitive della notte (-15 gradi) era stata chiesta tramite Poggio Renatico la disponibilità – poi accordata – di un elicottero con visori notturni. Poco prima delle 23, la squadra da Longarone aveva fortunatamente intravisto la luce della frontale dell’uomo, in una zona tra Forcella Caneva e Pis Pilon a circa 1600 metri di quota.

Operazioni di soccorso complesse

Per i soccorritori è stato però abbastanza complicato riuscire a raggiungere il punto, pur avendolo individuato, per la presenza di numerosi canali che costringevano al saliscendi. Una volta arrivati da lui, riscaldato e rinfrancato, è stato appurato che l’uomo stava bene ed era in grado di camminare autonomamente.

L’elicottero dell’esercito previsto in arrivo da Cervia è stato quindi fermato. Di fronte alla pericolosità del rientro da Forcella Caneva, trasformata in uno scivolo di ghiaccio, è stato scelto di proseguire lungo il sentiero della Medassa, dove le squadre di Longarone e Belluno si sono ricongiunte per scendere a Ponte Mariano, raggiunto alle 2.15, per poi affrontare l’ultimo tratto in jeep. L’uomo è stato infine accompagnato in Cajada a recuperare la propria macchina.

All’origine del problema ancora il ghiaccio. L’escursionista, infatti, indossando calzature leggere, era partito per un lungo giro limitato a sentieri e pascoli. Una volta che però si era affacciato su Forcella Caneva scorgendo il canale ricoperto da uno strato di ghiaccio impensabile da ridiscendere, aveva cercato di tagliare per Cima Tanzon, finendo incrodato, senza possibilità di avanzare o tornare sui propri passi.

Massima prudenza in quota

Il Soccorso alpino invita tutti i frequentatori della montagna ad osservare la massima prudenza in ogni luogo in quota, visto il mutare improvviso delle condizioni ghiacciate del terreno anche sullo stesso sentiero a seconda di pendenza, esposizione e presenza o meno di neve e consiglia di dotarsi dell’adeguata attrezzatura, soprattutto di calzature appropriate al tipo di itinerario, da valutare bene prima di partire.

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