NordEst

Arte, Remo Wolf dice addio al Trentino

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E' morto all'eta' di 96 anni  l'artista trentino Remo Wolf, incisore di fama internazionale,  pittore e scultore.

La morte risale a martedi' scorso ma solo in queste ore si è saputo ufficialmente. A funerali avvenuti, la notizia e' stata resa nota dalla famiglia. Remo Wolf prese parte alla biennale di Venezia nel 1942, 1950, 1954 e 1956 e a numerose rassegne internazionali in tutta Europa.

Ha tenuto oltre 200 mostre in italia e all'estero con l'associazione incisori veneti di cui e' co-fondatore.

Una vita intensa e piena di emozioni

Remo Wolf (nato nel 1912) è stato un noto artista trentino ed incisore di fama internazionale. Si dedica a partire all'incirca dagli anni '30 all'arte incisoria, tecnica che predilige e che lo accompagna durante l'arco della vita. Si dedica in particolare alla tecnica xilografica producendo un corpus di opere che conta migliaia di soggetti, sacri e profani, ironici, spesso dedicati alla montagna.

È presente alle Biennali veneziane del 1942, 1950, 1954 e 1956 e alle Biennali dell'Incisione di Reggio Emilia, di Cittadella, Oderzo e di Carpi, al Premio Suzzara, al Premio Biella e alle rassegne della Calcografia Nazionale di Roma svoltesi in Italia e all'estero.

Collaterale ma non per questo meno interessante il corpus di opere exlibristiche che accompagna la produzione maggiore dell'artista, composto all'incirca da 750 soggetti commissionati da noti collezionisti italiani e stranieri: come non ricordare i foglietti dedicati a Mario de Filippis o le primissime opere degli anni '30 dedicate a Gianni Mantero, con forti influenze belliche.

Tratto nordico e quasi espressionistico, con cenni che riportano al Dürer, egli si distingue per l'originalità e la vena ironica, mentre nella produzione ad olio pare quasi volersi distaccare con violenza avvicinandosi al gusto mediterraneo per i colori caldi e materici.

Frequenta il Magistero a Firenze e a Roma ottiene l'abilitazione all'insegnamento. Nel 1932 è richiamato alle armi. Il 4 novembre 1942, alla fine della battaglia di El Alamein, è fatto prigioniero (Il periodo della gabbia) e ritorna in Italia nel 1946. Nel 1949 si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Nel 1952 fonda con Tranquillo Marangoni l'Associazione Incisori Veneti e in quel periodo organizza mostre presso il Circolo Bronzetti di Trento. Dal 1976, con la conclusione dell'insegnamento, si dedica interamente al lavoro di incisore soprattutto nel campo xilografico che affronta, sin dagli esordi, da autodidatta.

Il ricordo di Dellai

"Il Trentino ha un artista in meno, e per questo ci sentiamo più poveri. Poveri di umanità perché Remo Wolf è stato un grande "maestro" per generazioni di giovani artisti. Poveri di originalità perché le sue xilografie e i suoi dipinti hanno fatto il giro del mondo per quel tratto distintivo che divenne ben presto una "firma" inconfondibile. Poveri di quella curiosità che indaga ogni aspetto della vita dell'uomo.

Penso che non ci sia aspetto dell'umanità che Remo Wolf non abbia legato a qualche suo schizzo, a qualche sua sgorbiata su legno, a qualche sua incisione, a qualche suo segno su carta: la religiosità d'altri tempi, il lavoro umile del contadino, quello faticoso dell'operaio, il bambino, la ragazza, il vecchio…

Remo Wolf ha usato spesso la sua arte e il suo saper trasferire nel segno l'emozione di una scoperta con quell'ironia trasfigurante che rimarrà il suo tratto tipico, dentro quella storia dell'arte trentina che travalica i confini della nostra provincia e diventa arte italiana, arte europea.

Nel dare l'ultimo saluto a un grande del Trentino, siamo altresì certi che di lui rimarrà un ricordo fresco, giovane e sempre nuovo. A partire da quella appartata riservatezza, a quel suo essere schivo, a quella fedeltà ad un destino artsitico che lo spinse a disegnare fin quasi alla fine della sua esistenza – segnata anche dalla prigionia in terra d'Africa, durante la seconda guera mondiale -, come se arte, per lui, fosse respiro".

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