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Venezia, rientrata rivolta nel Cpa di Cona: cento trasferiti in Emilia (VIDEO)

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Momenti di tensione a Verona con blocco di una strada

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– Il Video denuncia dei migranti (VIDEO)

Nordest – Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha disposto il trasferimento di circa cento migranti attualmente ospitati nel centro di accoglienza di Cona (Venezia) in strutture presenti in Emilia Romagna. Il trasferimento avverrà, come si apprende da fonti della Prefettura di Venezia, domani mattina.

La decisione dopo che lunedì nel centro è scoppiata una protesta da parte prima di una quarantina di migranti a seguito della morte di una giovane ivoriana ospite della struttura. Nel corso della protesta un gruppo di operatori era rimasto chiuso per ore nella struttura. Anche nelle prime ore di martedì un gruppo di manifestanti aveva dato vita a un presidio esterno poi rientrato senza alcun problema di ordine pubblico.

Momenti di tensione anche a Verona per una protesta di un gruppo di migranti richiedenti asilo scesi in strada per denunciare le presunte cattive condizioni di accoglienza nell’ostello dove sono ospitati. In particolare, i manifestanti hanno sollevato lamentele sulla qualità del cibo che viene loro servito. Nel corso della protesta da registrare il rovesciamento di alcuni cassonetti e il blocco del traffico.

Bufera politica dopo quanto accaduto con la Lega che va all’attacco e dice: “Con noi al governo espulsioni di massa”. “In Bulgaria – attacca Salvini su Facebook – a novembre, dopo un episodio simile, centinaia di “richiedenti asilo” violenti sono stati espulsi. In Italia invece a questa gentaglia non succederà nulla. Quando sarò al governo, espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta – conclude – il 2017 sarà l’anno della riscossa!”.

Migrantes, maxi-centri sono esplosivi – La rivolta scoppiata nella notte al centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, dimostra come le realtà che accolgono grandi numeri di migranti rischiano di diventare “luoghi ingestibili e quindi esplosivi” e sono pertanto un campanello di allarme per un cambiamento di rotta verso “una accoglienza diffusa su tutto il territorio, con numeri ridotti, accompagnata e affidata a realtà qualificate e con il controllo delle comunità locali, cioè i comuni”. Lo afferma al Sir monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes

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