Le verifiche della Finanza – Nell’ambito dell’attività ispettiva è emerso che la società, al fine di percepire un contributo provinciale legato al sostegno dell’economia, ha posto in essere un complesso artificio contabile volto a far apparire una situazione patrimoniale più florida di quella reale.
La sopravalutazione del patrimonio – E’ stata realizzata attraverso la simulazione di contratti di compravendita immobiliare mai perfezionati, al fine di incrementare apparentemente il patrimonio aziendale e rientrare, così, nei parametri fissati dalla Provincia per l’erogazione del contributo.
Le indagini, durate oltre quattro mesi, si sono concluse con la denuncia a piede libero dei quattro soci per il reato di truffa aggravata ai danni della Provincia Autonoma, della società per responsabilità amministrativa derivante da reato e con il sequestro per equivalente di:
– quote societarie, per un valore di circa 26.000 euro;
– dell’immobile adibito a magazzino dell’azienda, del valore commerciale di euro oltre 150.000 euro;
– di un automezzo e di contanti per un valore di quasi 170.000 euro, rinvenuti sui conti correnti riconducibili ai soci ed alla società.
Gli esiti dell’indagine sono stati segnalati anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Trento ravvisandosi un danno erariale pari ad oltre 400.000 euro di cui sono stati ritenuti responsabili i quattro soci.
L’attività si inquadra nella continua opera posta in essere dal Corpo della Guardia di Finanza a salvaguardia della spesa pubblica ed a tutela degli imprenditori che operano in modo conforme alle norme.