NordEst Valsugana Tesino Belluno

Sblocca italia, il governatore veneto: “Si scrive sblocca – italia, si legge sblocca-sud”

Share Button

Zaia: “Alla Tav Milano-Venezia, asse dell’economia italiana, si privilegia la Napoli-Bari”

treni-Tav

Venezia – “Si scrive sblocca-Italia, si legge sblocca-Sud. Ci vuole in bel coraggio a definire, come fanno gli esponenti locali del partito del premier, un successo per il Veneto i provvedimenti varati ieri sera dal Governo. All’Alta Velocità ferroviaria Milano – Venezia si preferisce la Napoli – Bari; dell’ammodernamento delle reti regionali delle Fs del Nord-Est (che portano ogni giorno milioni di pendolari nelle fabbriche che reggono il Pil nel Paese) non si trova traccia però si aprono i cantieri della Palermo-Catania-Messina, mentre i tanto decantati investimenti per l’aeroporto Marco Polo altro non sono che soldi dei privati che il Governo si rivende come suoi, nel settore stradale la defiscalizzazione della Orte – Mestre pareva essere un fatto già acquisito, non si capisce quali strumenti si intendono attuare per il completamento della terza corsia della Mestre – Trieste, la Valdastico è desaparecida perché – si dice – è già interamente finanziata.

Sempre dai privati, ci permettiamo di obiettare. Carbone per i veneti, un ricco Babbo Natale invece per regioni dove bisognerebbe arrivare con le forbici di Cottarelli invece che con il sacco dei regali. Questo ci rende sempre più convinti a procedere con forza sulla strada tracciata dalle due leggi regionali sull’autonomia e l’indipendenza….”.

Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, torna così a commentare le singole misure adottate dal Governo col decreto sblocca-Italia.

“Se c’è qualcuno che non è d’accordo con questa lettura del provvedimento si faccia avanti e ci dica dove sbagliamo – riprende Zaia – perché onestamente noi troviamo soltanto deludenti risposte alle esigenze di un territorio che resta la locomotiva d’Italia, una delle poche zone che anche grazie all’export e al valore dei suoi imprenditori non è ancora in deflazione.

Un provvedimento deludente, povero, incapace di aggiungere qualcosa al quadro programmatorio relativo alle grandi infrastrutture, a smuovere interventi che da anni sono sul tavolo degli enti competenti o, spesso, nel dimenticatoio degli infiniti iter autorizzativi. Interventi bloccati dalla mancata unanimità dei consensi di tutte le numerose “autorità” che devono esprimersi; affidati a soggetti attuatori non motivati o – anche – non adeguati. Nel Sud, invece, arrivano interventi faraonici del valore di alcuni miliardi di euro che scontano invece – non da oggi – una cronica rarefazione delle professionalità di manager pubblici e privati”.

“Un tanto decantato scossone che rischia, al contrario, di produrre gli effetti nulli dei precedenti scossoni dei governi Monti e Letta, si basa sugli stessi temi, adotta le stesse soluzioni, propone le stesse opere. Dimenticando che la ripresa serve ora, subito, con interventi pronti, definiti, condivisi, realizzabili davvero a partire da fine anno, appaltati entro il 2014.

Lo sblocca-Italia rischia di farci assistere al ripetersi di infinite discussioni su chi gestisce, controlla, approva; allo schierarsi di contrapposte fazioni; all’inceppamento continuo di procedure vulnerabili e piene di trabocchetti. In una delicata fase di riavvio economico, le grandi opere dovrebbero certo superare una dimensione minima, ma anche rispettare un valore massimo: quello della sicura, veloce ed efficace realizzabilità: ciò che, da anni, non riesce nel nostro Paese. E non per colpa del Veneto, che le cose le fa davvero e porta risultati”

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *