“Come Famiglie che hanno sperimentato e credono nel sistema educativo di Don Bosco vorremmo che non venisse a mancare per la Comunità del Primiero, Vanoi e Sagron Mis una risorsa che può dare un prezioso contributo all’educazione dei nostri figli, i giovani del domani”. Domenica di festa il 29 maggio all’Istituto Santa Croce di Mezzano nel Primiero
Primiero/Vanoi (Trento) – “La gratuità del servizio scolastico statale – scrivono in una lettera aperta Elisa Sartena* e Robert Zortea*, in rappresentanza dei genitori – integrato ultimamente con l’offerta del tempo pieno, non stimola a conoscere la proposta della scuola salesiana di Primiero.
L’Istituto Santa Croce – si legge – è una realtà presente da 70 anni, ha fatto parte della vita di molti di noi, dai nostri nonni ai nostri genitori; oggi continuiamo a frequentarla con i nostri figli, perché riteniamo molto utili e attuali sia il sistema educativo che i valori trasmessi. La vita che si respira a Santa Croce è più ricca di qualsiasi descrizione ne venga fatta e chi vuole conoscerla davvero deve varcare la soglia ed entrare nelle aule, deve trovare un po’ di tempo per partecipare e vedere la vita dei bambini e dei ragazzi, scambiare una parola con docenti ed educatori. Perché limitarsi ad ascoltare le affermazioni di chi il Santa Croce non l’ha mai vissuto e, per ragioni non confessate, ne sminuisce il valore?
Antichi preconcetti – continua la lettera aperta -, sintetizzati in affermazioni quali: ‘c’è una retta troppo alta da pagare’ – ‘è una scuola di preti’ – ‘è rivolta solo a famiglie abbienti’… sono lontane dalla verità. È vero che la scuola paritaria, pur facendo un servizio pubblico, non è sovvenzionata dallo Stato e da anni le scuole paritarie italiane lottano per essere, come nelle altre nazioni europee, equiparate alle scuole statali anche dal punto di vista economico. La Provincia di Trento, però, ha fatto la scelta di sostenerle e di coprire parzialmente i costi di gestione. Oggi noi abbiamo la possibilità di scegliere questo percorso formativo per i nostri figli senza eccessivi sacrifici.
Solo rimanendo un po’ di tempo fra le mura di Santa Croce – proseguono i genitori – si può scoprire la generosità e la passione educativa dei laici che portano avanti l’attività scolastica; accorgersi che i ragazzi non sono solo allievi, ma persone che vengono accompagnate in un cammino di crescita integrale, ognuno con le proprie capacità e sensibilità; vedere che non è una scuola senza problemi, ma dove i problemi vengono affrontati e, con la collaborazione della famiglia, spesso risolti; comprendere quanto è prezioso il sostegno offerto alle istituzioni educative dove si prepara il futuro della società. La formazione dei ragazzi è portata avanti da educatori che, pur avendo alle spalle percorsi personali diversi, credono nel valore del servizio che stanno prestando.
Tutta questa vita è possibile perché c’è una comunità che condivide un progetto educativo. Il distintivo di una casa salesiana, poi, è l’allegria. Canti, musiche, scoppi di risate contagiose, cortili pieni di ragazzi che giocano con foga … sono il segno che l’ambiente vive come suggeriva Don Bosco. Nel suo sistema educativo la giornata è un susseguirsi di impegni affrontati seriamente e momenti di gioiosa distensione, di relazioni amicali e rapporti vissuti nel rispetto dei diversi ruoli, di coinvolgimento nelle attività proposte e promozione di nuove iniziative, più adatte alla sensibilità delle nuove generazioni.
Tutto deve svolgersi – si legge ancora nella lettera aperta – in un clima familiare e gioviale, da rendere evidente e da sostenere mediante le celebrazioni delle feste. Per questa ragione la “Festa di fine anno” è sempre stata una manifestazione importante per la scuola salesiana: è il coronamento di un anno vissuto intensamente e il giorno in cui ognuno esprime la propria gratitudine ai compagni di viaggio. Questa volta, però, questo appuntamento ha un sapore speciale: dopo un lungo periodo condizionato dalla normativa introdotta per gestire la diffusione del Covid, la scuola vuole accogliere i genitori – con le dovute precauzioni – e renderli maggiormente partecipi dell’attività svolta dai loro figli.
La pandemia – proseguono Sartena e Zortea – ha mortificato il legittimo desiderio dei genitori di accompagnare la crescita dei propri figli, di condividere le loro gioie e le loro fatiche, di sostenerli nelle immancabili difficoltà e incoraggiarli dopo qualche possibile sconfitta. Tanti processi educativi sono stati rallentati o mediati dalla tecnologia. Questi limiti sono stati particolarmente sofferti dalla nostra scuola, il cui valore aggiunto sta proprio nella relazione educativa e nella “pedagogia di ambiente”.
Per fortuna i nostri insegnanti hanno saputo attutire di molto l’impatto. I giochi in cortile non sono mai mancati, ma sono stati reinventati per rispettare le norme. L’impegno costante con cui Santa Croce si presenta al mondo giovanile è la disponibilità di adulti e giovani educatori che vi operano, alcuni anche con il volontariato, sempre pronti ad andare incontro e a lasciarsi incontrare dai più piccoli.
Con la Festa di domenica 29 maggio l’Istituto Santa Croce di Mezzano, vuole riaprire le porte della scuola per far conoscere, almeno in parte, la vita che vi si è svolta nei mesi scorsi e riprendere in presenza il dialogo con le famiglie degli allievi e non solo. Chi vuole farsi un’idea della vita che c’è quel giorno può venire a trovarci, saremo felici di accogliervi.
Un’ultima parola. Da decenni il Primiero apprezza Santa Croce e lo spirito salesiano iscrivendo i propri figli al Grest durante l’estate… perché non fare la scelta di usufruire dello spirito che anima questa iniziativa per tutto l’anno? La scuola salesiana è questa opportunità”.
*Elisa Sartena
Presidente Consulta Genitori Istituto Santa Croce
*Robert Zortea
A.Ge.S.C. – Associazione Genitori Scuole Cattoliche