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Alberghi dismessi in Trentino: 143 strutture da più di 10 anni, la maggior parte a Folgaria

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Ecco la risposta dell’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni ad un’interrogazione del consigliere Alessandro Olivi (Pd) sul recupero degli alberghi dismessi in Trentino

Trento – ​​​​​​Rispondendo a un’interrogazione depositata nel giugno scorso da Alessandro Olivi (Pd), sul recupero degli alberghi dismessi in Trentino, l’assessore al turismo Roberto Failoni (Lega) evidenzia i dati che emergono dal documento prodotto dall’Osservatorio del paesaggio frutto dell’attività di un gruppo di lavoro che ha coinvolto con la Provincia i rappresentanti delle due Associazioni del settore ricettivo Asat (Associazione albergatori del Trentino) e Unat -Confcommercio (Unione Albergatori del Trentino).

I comuni in cui si trovano le strutture dismesse. “Il fenomeno della dismissione delle strutture alberghiere – scrive Failoni – ha interessato con dinamiche particolarmente accentuate i comuni di Folgaria e di Trento (10 strutture) Levico Terme e Moena (8 strutture), Canazei (6 strutture), Brentonico, Cavalese, Lavarone, Ledro, Nago – Torbole (5 strutture), Baselga di Pinè, Ruffrè-Mendola (4 strutture), Castello Tesino, Pergine Valsugana, Predaia, Riva del Garda, Santorsola Terme (3 strutture), Ala, Borgo Chiese Capriana, Malè, Ossana, Pieve Tesino, Porte di Rendena, Rabbi, Ronzone, Vallarsa (2 strutture). Altri 33 comuni trentini segnalano la presenza di una struttura alberghiera dismessa da più di dieci anni.

Gli alberghi dismessi ​da più di 10 anni. La ricognizione, ha attestato la presenza in Trentino di 143 strutture alberghiere dismesse da più di 10 anni, pari a più del 10% del numero totale di strutture attualmente presenti in provincia. Le strutture alberghiere dismesse, segnalate dal censimento, hanno in totale una superficie coperta stimata, pari a circa 6 ha e impegnano una superficie fondiaria (somma del sedime edificato e delle pertinenze non coperte) pari circa 19 ha. La stima della superficie utile lorda (sul) è pari a circa 228.000 mq e il volume costruito è stimato in circa 685.000 mc.

L’approfondimento dei dati di censimento, segnala che per 56 delle 143 strutture alberghiere dismesse, la destinazione d’uso non risulta più essere quella alberghiera. Tale dato può essere ragionevolmente interpretato come l’indicatore di un’avvenuta rifunzionalizzazione degli immobili E’ pertanto possibile quantificare orientativamente in meno di 90 le strutture dismesse da più di dieci anni, ancora in attesa di rifunzionalizzazione”.

I possibili interventi. Nella sua risposta a Olivi, l’assessore Failoni spiega che per quanto riguarda la programmazione dei provvedimenti normativi e gestionali necessari a contrastare il fenomeno della dismissione e a definire il riassetto delle strutture dismesse, sono stati elaborati quattro possibili scenari futuri per ciascuno dei quali indica gli strumenti di attuazione. Il primo scenario, che è quello “privilegiato” dall’assessore, punta alla ripresa dell’attività ricettiva. Il secondo prevede la demolizione delle strutture dismesse e il riassetto delle aree, in una prospettiva di riqualificazione paesaggistica e funzionale. Il terzo la rifunzionalizzazione delle strutture dismesse, ad usi accessori all’attività alberghiera. Il quarto la rifunzionalizzazione delle strutture dismesse ad usi diversi da quello ricettivo, quali la residenza o i servizi.

“Conclusa questa fase conoscitiva e di elaborazione condivisa di strategie di azione”, Failoni preannuncia che “è ora possibile procedere alla definizione delle proposte di carattere normativo e dei provvedimenti di natura tecnico-amministrativa necessari a dare concreta attuazione alle iniziative prospettate”. ​​

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